RENDE (Cs) – L’autonomia differenziata, per come evidenziato da Elena Hoo – presidente Auser di Rende – permetterà alle Regioni di «trattenere un maggior gettito fiscale anziché versarlo allo Stato per perequare i trasferimenti Stato/Regioni».
Così facendo «le regioni più ricche (tutte al Nord), che hanno già maggiori risorse rispetto a quelle del Sud, avranno anche ulteriori risorse per implementare i servizi e prevedere prestazioni sociali e sanitarie aggiuntive per i loro cittadini. In questo modo l’esercizio dei diritti e perfino la tutela
della salute saranno tutelate in funzione al reddito e alla residenza».
Se guardiamo ad esempio, la tutela della salute, «già esistono fortissime disuguaglianze tra Nord e Sud del nostro Paese. Le conseguenze già le tocchiamo con mano: l’aspettativa di vita al Sud è
inferiore al quella del Nord di ben 4 anni; a Sud c’è una maggior mortalità e una enorme mobilità
sanitaria che ha fatto diminuire le risorse del Fondo Sanitario Nazionale destinate alle regioni del
Sud».
Le regioni in virtù dell’autonomia differenziata «potranno gestire in modo libero le ulteriori risorse
con l’evidente possibilità di uno spostamento dei servizi verso il privato. I diritti civili e sociali assicurati garantiti dalla Costituzione resteranno assicurati solo a livello formale e anche una definizione precisa dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) per garantire i diritti uguali in tutte le regioni, verrebbe vanificata dall’impossibilità dello Stato a colmare la differenza della spesa tra Nord e Sud che già ora, ad esempio in campo sanitario, è del 25%».
E’ chiaro che «si sta procedendo a disegnare il futuro del paese seguendo un puro calcolo di
convenienze delle regioni e dei poteri forti, mettendo a serio rischio l’unità del paese e la coesione
sociale. L’autonomia differenziata non solo non diminuirà le disuguaglianze territoriali, come ci
ha invitato a fare l’Europa attraverso i fondi del PNRR, ma paradossalmente le aumenterà in modo
notevole».
Auser a livello nazionale «ha assunto una posizione ben precisa: ogni maggiore forma di autonomia deve essere collocate nel solco dei principi e valori della nostra Costituzione. Questo vuol dire che alcune materie come la salute, l’istruzione, il lavoro devono restare al centro dell’intervento pubblico e devono garantire i diritti alla persone in modo universale, su tutto il territorio
nazionale, indipendentemente da dove si nasce e si vive».
Quello che «sta succedendo nel nostro Paese è inaudito. Dobbiamo far sentire la nostra voce».
Per questi motivi sabato 23 marzo l’Auser di Rende si unirà alla CGIL e alle tante associazioni e comitati cittadini che scenderanno in piazza a protestare assicurando la nostra presenza alle ore 9 a piazza Loreto.
«Penso che con una nostra massiccia presenza, abbiamo l’opportunità di dimostrare una capacità di
mobilitazione civica adeguata a contrastare una riforma che vuole spaccare in due il nostro Paese».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it