Il Garante dei detenuti, Muglia

CATANZARO – Grido d’allarme del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, avvocato Luca Muglia contro lo scempio dei bambini detenuti in carcere: «Stiamo rubando il futuro a creature fragili ed innocenti».

L’intervento arriva dopo l’incontro di una giovane mamma detenuta da qualche mese con il suo bimbo di un anno e mezzo in un carcere calabrese.

Che dire – esordisce il Garante – se non che sembra impossibile immaginare che, in pieno terzo millennio, possano presentarsi scene di questo tipo. Lo sgomento non involge, evidentemente, il merito processuale che ha portato la giovane donna ad essere collocata in carcere.

Ho rispetto del lavoro dei magistrati e dell’applicazione delle norme vigenti – precisa l’avvocato Muglia –  Né tantomeno lo stupore è da ascrivere all’amministrazione penitenziaria, ove si consideri che nel caso di specie la direttrice, la Polizia penitenziaria, l’area educativa e sanitaria hanno dimostrato sensibilità e grande attenzione ai bisogni del minore e della madre.

Lo sdegno, così si può e si deve chiamare, riguarda la possibilità – prevista e contemplata da una legge dello Stato – di privare della libertà personale una creatura così indifesa ed innocente.

Per tutti noi era il primo giorno di primavera, allietato da un cielo terso ed un sole caldo. Ma sono sensazioni, odori e colori che quel bambino senza colpe non ha provato o visto e, chissà per quanto ancora, non proverà o vedrà. Il suo gioco era, oggi, un piccolo evidenziatore dal colore blu. Un tempo “sbarrato”, che non può non lasciare segni nella mente e nel cuore di questo piccolo grande uomo.

Tutto ciò interroga le nostre coscienze e ci induce a riflettere sulla violenza delle nostre leggi. Cambiare le cose è sempre possibile – conclude il Garante – Chi ha la responsabilità politica ed istituzionale può certamente farlo. Ma occorre farlo presto. Stiamo rubando il futuro a creature fragili ed innocenti. E’ proprio vero, il carcere è il posto dove parlano gli occhi. 

Lo sguardo di questo bimbo ci seguirà, inquieterà le nostre notti fino a quando qualcuno, un nobile giorno, non porrà fine allo scempio dei bambini in carcere».

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it