Home Cronache Intimidazioni a Diamante e Scalea solidarietà dall’associazione “Per salvare il nostro mare”

Intimidazioni a Diamante e Scalea solidarietà dall’associazione “Per salvare il nostro mare”

«È il segnale evidente di una crescente ed incontrollata criminalità organizzata»

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Il lido dato alle fiamme sul Tirreno

Le associazioni ambientaliste dell’alto Tirreno cosentino, unite nell’alleanza “Per salvare il nostro mare”, esprimono solidarietà alla ditta Preite ai suoi lavoratori ed ai proprietari del lido balneare “Da Pietro” a Scalea per gli attentati subiti nei giorni scorsi. Per l’alleanza quanto accaduto «è il segnale evidente di una crescente ed incontrollata criminalità organizzata».

«E’ il sistema che è marcio – sottolinea l’alleanza “Per salvare il nostro mare” in una nota stampa – A Diamante sono stati incendiati tre pullman, ultimo atto di intimidazione dopo la bomba alla clinica Tirrenia e l’autobus, anch’esso incendiato a  Scalea. Vogliamo cogliere questo momento che vede mobilitati sindaci e forze dell’ordine per dare una nostra visione di quanto sta accadendo nel Tirreno cosentino, uscendo dalle formalità di rito, dalle ipocrisie e dalle false solidarietà delle quali ne abbiamo piene le scatole».

«Sappiamo bene come funziona il nostro Tirreno cosentino perché noi ambientalisti viviamo questo territorio e siamo vicino alla gente, alle loro problematiche legate alle questioni lavorative e all’ambiente devastato. Da anni denunciamo, e lo testimoniano i nostri comunicati e le pubblicazioni su vari social, il malcostume e malgoverno esistente a partire dai Comuni. Denunciamo la mala gestione degli acquedotti affidati a ditte al limite della legalità, la mala depurazione che continua a essere mal gestita nonostante i controlli da parte della magistratura paolana, la mala gestione dei rifiuti, la non bonifica di terreni e di tutta filiera industriale consistente in capannoni oramai in pieno abbandono.  Per non parlare della nave affondata a Cetraro e sulla quale è stato steso un velo pietoso di silenzi e sulla mancata bonifica del fiume Olivo a Campora San Giovanni con i rifiuti della Jolly Rosso ancora lì sotterrati».

«La mafia, la delinquenza, le cosche vivono in questi sub strati di connivenze, di silenzi, di rassicurazioni sui quali vivono le nostre amministrazioni e sui quali hanno costruito camarille elettorali e privilegi. Guai a parlare di logge massoniche, guai a parlare di sanità malata, guai a parlare di cosche ancora vive nei nostri territori, guai a parlare di devastazioni ambientali fatte con tanto di autorizzazioni a tutti i livelli.

Se si cambia registro in nome della legalità e della giustizia sociale – conclude l’allenza e della difesa del nostro territorio, noi saremo al fianco di chiunque».

Fiorella Squillaro