COSENZA – Dimenticano una garza di cinque centimetri nell’addome di un 58enne cosentino operato d’urgenza alcune settimane addietro di peritonite acuta: l’uomo è stato costretto a un nuovo intervento chirurgico per l’asportazione del corpo estraneo.
E’ quanto accaduto alcuni giorni addietro presso il blocco unico operatorio dell’Annunziata di Cosenza, dove la disorganizzazione sembrerebbe regnare sovrana e dove è in atto una fuga di infermieri verso altri reparti.
Alla base della distrazione vi sarebbe un errore di gestione della sala operatoria, se si considera – alla luce dei riscontri in nostro possesso – che lo strumentista è stato lasciato da solo con un operatore socio sanitario, nonostante l’Agenas nelle direttive del 2022 stabilisca che per interventi di chirurgia maggiore in urgenza bisogna impegnare tre infermieri.
Nella sala operatoria, invece, un infermiere in quel momento presente è entrato alle ore 16.40, consentendo di avviare il delicatissimo intervento chirurgico, assentandosi poi alle ore 17.45, con l’operazione terminata alle ore 19.40.
C’era un altro infermiere, in sala operatoria che, tuttavia, si sarebbe assentato durante l’operazione, visto che il suo nome risulta nella checklist di altri tre interventi chirurgici effettuati quello stesso giorno.
In virtù di ciò, lo strumentista s’è ritrovato da solo con l’oss e il paziente, ed è così che – a distanza di alcuni giorni dall’intervento – ha iniziato a stare male, scoprendo poi che una garza era stata dimenticata dai sanitari nel suo addome.
Questo è quanto sta avvenendo presso il blocco chirurgico dell’Annunziata; argomento toccato in modo marginale e non documentato in un recente intervento del consigliere comunale di Cosenza, Giuseppe Ciacco (https://www.calabriainchieste.it/2024/03/25/blocco-operatorio-unico-annunziata-garze-dimenticate-nelladdome-dei-pazienti-e-infermieri-in-fuga/).
E in tutta questa storia c’è anche la classica ciliegina sulla torta: l’infermiera che si è assentata, lasciando solo lo strumentista, che secondo quanto risulta dagli atti è – ironia della sorte – la famigerata “pasionaria” citata in altri servizi di Calabria Inchieste (https://www.calabriainchieste.it/2023/12/11/mosche-in-sala-operatoria-allannunziata-problema-strutturale-si-cerca-di-correre-ai-ripari-foto/), quel giorno ha timbrato il suo ingresso con il cosiddetto “codice 81”, ossia “prestazione aggiuntiva covid comparto”.
Due ore di lavoro, secondo quanto risulta quel giorno, per 100 euro in più sulla busta paga (50 a ora), nonostante il paziente non fosse affetto da covid, come risulta dalle carte.
Di tale vicenda – fanno sapere gole profonde bene informate – sarebbero stati interessati anche i Nuclei antisofisticazione dell’Arma dei Carabinieri, che dovrebbero ora far luce su tutto quanto accaduto.
Dunque, caos totale.
Con una decina di infermieri che ha chiesto per iscritto di essere trasferita altrove e l’ipotesi di finire, da qui a breve, nel “regno dei puniti”: il pronto soccorso.
Infermieri che, in passato, dopo il nostro servizio sulla mosca in sala operatoria (https://www.calabriainchieste.it/2023/12/14/sala-operatoria-ospedale-annunziata-dopo-le-mosche-i-dispositivi-scaduti-foto/), erano stati “costretti” (si fa per dire) a sottoscrivere una missiva in cui si riportava che in quei reparti tutto andava bene (https://www.calabriainchieste.it/2023/12/07/anomalie-in-sala-operatoria-infermieri-vessati-prendete-le-distanze-da-quellinchiesta/), salvo ora chiedere trasferimenti presso altri reparti.
E considerato che gli infermieri sono la vera risorsa della nostra sanità, soprattutto negli interventi di emergenza/urgenza, sarebbe curioso conoscere l’opinione di Fausto Sposato (presidente Fnopi) e della presidente nazionale Barbara Mangiacavalli?
V’è da dire, infine, che le organizzazioni sindacali, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Nursing Up il 9 marzo scorso hanno chiesto un incontro urgente al direttore del Sitra per discutere di queste e altre criticità.
«Le scriventi OO. SS. dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza chiedono un incontro urgente per l’avvio di un confronto sulle diverse problematiche che stanno affrontando i dipendenti del Blocco Operatorio Unico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza in presenza di una delegazione di operatori sanitari.
Si segnalano una serie di criticità:
- Dotazione organica di personale insufficiente a garantire gli standard assistenziali e di sicurezza minimi previsti dalla normativa vigente;
- Rischi per la sicurezza dei dipendenti;
- Mancata applicazione dei diritti del CCNL: mancato riposo, utilizzo improprio dell’istituto della reperibilità e dello straordinario;
- Carichi di lavoro, salute e sicurezza.
L’utilizzo non conforme al contratto e alle normative vigenti degli istituti metterebbero a rischio non solo la salute degli operatori e la qualità delle prestazioni rese, ma inciderebbe sulla tutela del diritto alla salute dei pazienti che afferiscono al blocco operatorio».