ALTOMONTE (Cs) – Proposta dalla Famiglia Barbieri di Altomonte, è nata la Confraternita Zafarani Cruschi del Pollino.

Se c’è un prodotto che più di altri riesce forse ad esprimere la bellezza dell’identità, della semplicità e dell’autenticità che restano da oltre mezzo secolo l’inimitabile chiave di lettura di tutta l’esperienza di Casa Barbieri, è sicuramente lo zafarano crusco.

Che è la rappresentazione gastronomica di un vero e proprio sorriso rosso, croccante di passione, di piacere, di gusto, di storia, di terra, di bucolico e – perché no? – di tentazioni sibarite. Un pozzo di emozioni, tutte in un morso, al quale adesso viene consacrata una Confraternita, quella degli Zafarani Cruschi del Pollino.

Ed a promuoverla, dalla Città d’Arte di Altomonte non poteva che essere lui, l’Agrichef Enzo Barbieri insieme al figlio Michele che ne è ufficialmente il referente.

In passato, i peperoni secchi, gli Zafarani Cruschi – si legge nella motivazione adottata dalla Federazione Italiana Circoli Enogastronomici (Fice) – erano considerati un cibo di sostenibilità economica e sociale per le famiglie contadine. Con pochi ingredienti, si realizzava un piatto ricco ed abbondante, che, unito al pane casereccio, ad un pugno di olive nere essiccate, ad un buon extravergine di oliva e ad un bicchiere di vino rosso, sfamava un’intera famiglia.

Da oltre 50 anni la Famiglia continua a valorizzarli ed a proporli nello storico Hotel-Ristorante come un prodotto ed un piatto di identità gourmet, accompagnandoli con una narrazione che ti emoziona anche prima di degustarli; un vero e proprio marcatore identitario distintivo della complessiva esperienza Barbieri, che è fatta di piatti della memoria come questi ma anche di orti e laboratori di trasformazione ritmati dalla stagionalità, dall’autenticità, dalla lotta allo spreco alimentare e dall’economia circolare; così come di professionalità e sorrisi nell’accoglienza e di capacità di esportare nel mondo il meglio dell’agroalimentare calabrese, con l’ormai storica Bottega online.

Siamo onorati – spiega Michele Barbieri – di poter interpretare, con i nostri zafarani cruschi, lo spirito genuino e la visione inclusiva attorno al gusto delle tradizioni che incarnano le confraternite. Avvertiamo con piacere la responsabilità di essere l’ultima arrivata in questo club originale e divertente ma che non rinuncia – continua – alla sua funzione e missione pedagogica che è quella di condividere memoria attraverso piatti e prodotti, di stimolare senso di appartenenza e di riunire –conclude Barbieri – appassionati, ricercatori ed ambasciatori di enogastronomia di tutte le generazioni.

La Confraternita degli Zafarani Cruschi del Pollino si aggiunge agli altri circoli calabresi, accolti ed ospitati proprio nell’Oasi di pace dei Barbieri ad Altomonte in occasione del 39esimo raduno nazionale tenutosi nello scorso mese di ottobre 2022.

E quindi, all’Accademia del Bergamotto di Reggio Calabria, a quella delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria di Luzzi, all’Accademia Enogastronomica di Calabria con sede a Rende, al Circolo Enogastronomico Leccornie di Gallina, alla Confraternita del Baccalà di Cosenza, a quella della Frittola Calabrese – La Quadara di San Fili ed a quella della Cipolla Rossa di Tropea. – Nata nel 1974 a Savona, la FICE conta oggi più di 115 circoli associati.

Molte attuali confraternite traggono origine antica, mentre altre oggi esistenti (tra le quali la neo istituita della cipolla rossa di Tropea e, ultima in ordine di tempo, questa degli Zafarani Cruschi del Pollino) sono nate in tempi molto più recenti con l’obiettivo di tramandare alle future generazioni il bagaglio culturale e storico dei propri territori legato alle tradizioni enogastronomiche che hanno sempre contraddistinto i legami dei popoli ai propri luoghi.