COSENZA – Le grandi, medie e piccole città del nostro paese con un «sapiente utilizzo dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) stanno cambiando in meglio il loro volto», mentre a Cosenza non esisterebbe una idea di città.
E’ questa la lunga, puntigliosa e articolata analisi degli iscritti del Partito Democratico della federazione di Cosenza Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini.
«Se è vero, che dal punto di vista generale il governo avrebbe potuto e dovuto favorire una velocità e una qualità della spesa migliore della dotazione nazionale del PNRR, – scrivono i politici del Pd entrando nel merito dell’analisi sopra citata – dall’altra è indubitabile che Roberto Gualtieri a Roma, Beppe Sala a Milano, Antonio De Caro a Bari, Matteo Lepore a Bologna, Dario Nardella a Firenze e Matteo Ricci a Pesaro con queste risorse hanno disegnato nuovi scenari, nuovi quartieri, hanno acquisito ettari di proprietà abbandonate adibendole a nuovi alloggi e nuovi spazi comuni, hanno dotato di connessioni rapide i cittadini, hanno realizzato nuove arterie, nuovi asili, nuove scuole, insomma hanno fatto fare un salto in avanti alle loro città e hanno offerto a chi le vive e a chi le visita opportunità che prima non esistevano».
La nota a firma di Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini così prosegue:
«A questo elenco di amministrazioni virtuose di centrosinistra, nostro malgrado – aggiungono i politici – riteniamo di non poter includere quella di Cosenza. Dopo tre anni di amministrazione Caruso diventa purtroppo evidente ai cosentini che non esiste una idea di città che nel corso del mandato si sarebbe dovuta quanto meno iniziare a realizzare.
Le traiettorie di sviluppo contenute negli strumenti pianificatori risalenti negli anni appaiono ormai superate. Il concetto delle quattro porte di entrata nella città, per esempio, è stato superato alle decisioni, alcune anche drammaticamente estemporanee, dell’ultimo decennio.
Così come, e lo abbiamo fatto notare di recente, non si è avuto la capacità di pensare ad uno sviluppo integrato con Rende e Castrolibero ponendo le basi di un piano di sviluppo associato (PSA).
Di conseguenza gli interventi che sono stati avviati in questa consiliatura – continua la nota a firma degli inscritti del Partito Democratico della federazione di Cosenza Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini – appaiono slegati da una idea complessiva di città. E’ stato avviato la ristrutturazione di qualche palazzo, la bonifica di un paio di edifici, la ristrutturazione di alcune piazze, l’apertura di una passerella – interventi che nella loro singolarità possono anche essere stati opportuni – ma che sono evidentemente privi di un filo conduttore di uno sviluppo complessivo.
E su questi andrebbe anche avviato un monitoraggio sullo stato di avanzamento dei cantieri che purtroppo sono ben lontani dall’essere completati.
L’altro giorno si è data tanta enfasi alla bitumazione, fatto di per sé positivo, su via XXIV maggio, senza comprendere che quei toni eccessivamente enfatici rappresentavano e rappresentano la dimostrazione evidente della mancanza di una visione che riguarda proprio il pensare a nuove arterie di comunicazione per Cosenza.
La riapertura di Viale Giacomo Mancini, la realizzazione di una nuova a viabilità su via Reggio Calabria, la realizzazione di una nuova arteria da San Vito per Mendicino sono tre priorità che sono del tutto assenti dall’agenda di questa amministrazione.
Così come è del tutto assente il confronto tra l’amministrazione comunale e i cittadini. Nelle città che abbiamo citato sono continue le riflessioni a più voci, gli incontri, gli studi, gli approfondimenti per comprendere come occorra operare.
Qui da noi non si avvia una iniziativa di confronto che sia una.
E lo specchio di questa mancanza di dialogo è rappresentato dal sito istituzionale che è, dal 2019, di fatto privo della più elementari forme di trasparenza. Ad iniziare dalle procedure autorizzative dei nuovi edifici che, alla faccia del consumo di suolo zero, sono senza limiti rispetto all’altezza e senza criteri rispetto al loro impatto con le zone dove sorgono, anche perché mancano completamente i piani particolareggiati delle zone di espansione.
In questo nostro scritto manca il centro storico sul quale mesi fa abbiamo redatto un dossier completo che è stato accolto con la solita arroganza e con tanti improperi gratuiti verso chi lo ha compilato. Dopo mesi purtroppo nulla è stato fatto per sanare limiti, guasti, ritardi, inadempienze per quella parte di città.
A due anni dalla fine della consiliatura (e potrebbero essere solo pochi mesi se la proposta di fusione diventasse legge per come è stata proposta) sarebbe necessario una riflessione attenta sui risultati raggiunti e sui ritardi di questa esperienza del centrosinistra alla guida della città.
Questo compito spetta innanzitutto al PD, maggiore partito della coalizione a cui noi siamo iscritti. Consigliamo ai compagni che lo guidano – così si conclude la nota a firma di Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini – di perdere meno tempo in azioni e discussioni di epurazione interna, dedicando invece energie e risorse al confronto con i militanti, gli iscritti, e gli elettori al fine di rafforzare e rilanciare l’azione politica ed amministrativa del centrosinistra in città».