VIBO VALENTIA – Affiancata dai dirigenti, dal comandante della Polizia locale, dalla giunta, da consiglieri e tanti dipendenti comunali, Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia, ha tenuto questo pomeriggio la conferenza stampa di fine mandato.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, il primo cittadino ha ripercorso cinque “lunghissimi e intensi anni”, tracciando un confronto su più ambiti tra il 2019 e il 2024. “Un lavoro che richiedeva necessariamente un intervento sul piano reputazionale, per far riguadagnare in primis ai cittadini l’orgoglio di sentirsi vibonesi”.
Un mandato segnato nei primi mesi dall’indagine della Guardia di finanza (ottobre 2019), preludio alla più importante inchiesta antimafia, Rinascita-Scott, che ha interessato anche dipendenti comunali. Da lì a poco l’esplosione della pandemia, ed al contempo la forte preoccupazione su un possibile nuovo dissesto finanziario.
“Abbiamo attraversato la tempesta perfetta – ha ricordato il sindaco – ed in quel momento ho potuto soltanto aggrapparmi alle istituzioni, che hanno compreso ciò che stavamo passando e per questo le ringrazio tutte di cuore”.
BILANCIO
Maria Limardo ha ricordato di avere trovato un fondo cassa, all’atto dell’insediamento, pari a 13 milioni di euro: “Ora sono quasi il quadruplo, 40 milioni”; inoltre, “sono stati interamente ricostituiti tutti i fondi vincolati, compresi quelli per la famosa tangenziale che erano stati utilizzati per altre spese: chi verrà dopo di noi potrà finalmente pensare di riavviare la progettazione di quell’opera strategica”.
Sottolineato, inoltre, il lavoro sull’abbattimento del disavanzo, che oggi ammonta a meno di 30 milioni a dispetto degli oltre 50 del 2019. E grazie alla firma del Patto Salva Città, il Comune ha avuto accesso ad un decreto attraverso il quale il ministero erogherà per 10 anni una quota in grado di ripianare buona parte del disavanzo.
PERSONALE
“Grazie all’opera di risanamento totale – ha aggiunto il primo cittadino – l’ente è finalmente in condizione di operare nuove assunzioni: 90 sono quelle previste nel triennio, tra progressioni e nuovi assunti. Nel 2019 abbiamo fatto fronte a tutto con un solo dirigente, oggi ce ne sono ben cinque ed un sesto arriverà presto”. Anni di lavoro percepiti anche nei numeri: 1415 delibere di giunta e oltre 500 delibere di consiglio comunale.
URBANISTICA
“Abbiamo adottato dopo decenni il Piano strutturale, abbiamo avviato la riqualificazione del Pennello a Vibo Marina, eliminando inoltre il vincolo idrogeologico su gran parte del territorio. Abbiamo avviato una lotta all’abusivismo e una serie di demolizioni mai viste prima. Abbiamo ristrutturato beni confiscati che da qui a poco verranno consegnati alle associazioni”.
LAVORI PUBBLICI
Accanto al risanamento del bilancio, l’altro motivo di vanto per il sindaco è stata senza dubbio la capacità di mettere a terra opere pubbliche per circa 160 milioni di euro. “Grazie ad una strategia ed una visione di città chiara, trasformata in progetti capaci di attrarre finanziamenti, abbiamo posto le basi, ed in molti casi avviato concretamente, una serie di interventi in grado di cambiare il volto della città e delle frazioni: dai fondi PNRR alla rigenerazione, dalla messa in sicurezza all’edilizia scolastica, nulla è rimasto in sospeso”.
AMBIENTE
“Mi verrebbe fin troppo facile parlare di una raccolta differenziata che si attesta ormai su oltre il 70% di media annua, ma per noi Ambiente ha significato in generale qualità della vita a 360 gradi. E lo abbiamo dimostrato in più campi”.
CULTURA
“La soddisfazione più grande è senza dubbio rappresentata dall’elezione di Vibo a Capitale italiana del libro, ma soprattutto ciò che ha lasciato in eredità: nuove librerie che hanno aperto, gli editori vibonesi che si sono riuniti in Comitato, e soprattutto l’Orchestra Sinfonica della Calabria, una delle poche ICO in Italia, che ha sede a Vibo e lavora in stretta sinergia con il Conservatorio Torrefranca”.
CONCLUSIONI
“Sono stati cinque anni difficili ma belli. Ricchi di soddisfazioni, costellati da tanti eventi. Di una sola cosa ho certezza: ho la coscienza a posto perché ho fatto tutto quanto era in mio potere. Oggi consegno questa relazione, che è il sunto del mio mandato, e non ho la presunzione di dire che ho fatto tutto bene. Ma di certo posso dire a testa alta che nulla potevo fare di più”.