REGGIO CALABRIA – La Giunta comunale di Reggio Calabria ha approvato la proposta di delibera riguardante lo schema e le linee guida operative del Patto educativo di Comunità.
Si tratta di una modalità di costruzione della “comunità locale” che si assume la responsabilità di essere “educante” e, per questo, capace di assumere i percorsi di crescita e educazione delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi come propria responsabilità.
Come è possibile leggere nel testo della delibera, i Patti «si inseriscono nella funzione di istruzione e formazione e sono finalizzati alla comprensione del mondo contemporaneo, a cui il sistema scolastico pubblico deve rispondere; essi devono essere arricchiti di specificità e chiavi di lettura che la dimensione locale suggerisce, favorendo lo sviluppo delle capacità di bambini/e e adolescenti, per la crescita delle competenze di cittadinanza di tutte e di tutti».
Il Patto educativo di comunità risulta tra gli strumenti operativi più efficaci del Piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali con il quale la Commissione europea, nel 2021, ha ribadito – tra gli altri obiettivi – quello di contrastare la dispersione scolastica, con la necessità di aumentare l’offerta di servizi formali di educazione e cura della prima infanzia, favorire l’acquisizione di una solida dotazione di competenze di base e trasversali nel corso dell’istruzione e della formazione iniziali, in particolare tra i gruppi svantaggiati, per evitare che i bambini delle famiglie povere diventino adulti a rischio di povertà o di esclusione sociale, investendo nelle competenze e nell’istruzione per sbloccare nuove opportunità per tutti.
Anche il PNRR 2021, tra le sei “missioni” ne individua una per l’Istruzione e la Ricerca e una per l’Inclusione e la Coesione Sociale, volte a rafforzare l’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia per evitare che il periodo post crisi pandemica del 2020-2021 possa consolidare nuove diseguaglianze, affrontando ove possibile i profondi divari già in essere prima della pandemia, per proteggere il tessuto sociale del Paese e, quindi, del territorio reggino e mantenerlo coeso.
Gli obiettivi del Patto educativo possono essere così riassunti:
– individuare, a seguito di una attenta e preventiva analisi del contesto, i bisogni educativi, culturali e sociali della popolazione scolastica attenzionata dall’intervento;
– evidenziare specifiche situazioni di povertà educativa;
– favorire la messa in rete di più soggetti qualificati per la realizzazione dei progetti proposti, con l’obiettivo di ampliare il “tempo scuola”, con attività culturali, ricreative e sportive, contribuendo al benessere e alla crescita di bambini e adolescenti, restituendo valore aggiunto anche alla comunità residente ed ai beni comuni ricadenti sul territorio;
– aprire gli spazi della scuola al territorio, rendendola coprotagonista del miglioramento socio-culturale attraverso reti sociali generatrici di legami di condivisione di risorse, conoscenze, obiettivi, benessere sociale;
– effettuare un costante monitoraggio delle attività poste in essere, valutandone l’efficacia ed il gradimento dei destinatari;
Il Patto potrà essere stipulato tra l’Amministrazione comunale e altre istituzioni, l’ufficio scolastico regionale o provinciale, le istituzioni scolastiche, gli enti del terzo settore, diocesi e parrocchie, aziende sanitarie locali, organismi statali indipendenti.
Alla stesura delle linee operative del Patto educativo di Comunità si è giunti anche grazie alla costante sinergia tra Amministrazione comunale, mondo della scuola e del terzo settore.
Nelle scorse settimane, infatti, i dirigenti scolastici dei plessi ricadenti nel Comune di Reggio Calabria, unitamente ai rappresentanti del Csv “Due Mari”, sono stati invitati a prendere parte alla riunione del 16 aprile 2024 avente ad oggetto l’esame dello schema e delle linee guida operative dei Patti educativi.
Tutti si sono trovati concordi, impegnandosi a realizzare delle attività utili a recepire i bisogni delle comunità riferite al loro bacino di utenza scolastica. Una proposta, dunque, che è partita dal basso e così è stata costruita.
Toccherà adesso ai dirigenti dei competenti settori dar seguito alla delibera di Giunta, procedendo con la firma di adesione ai patti educativi.