LAMEZIA TERME (Cz)  – “Dobbiamo sfatare un mito: l’impresa balneare paga un canone che gli viene richiesto dallo Stato. L’Iva, poi, è al 22% e questo nessuno lo dice. Quest’Iva rispetto a quella al 10% valida per tutte le imprese del turismo vale più di 4 miliardi di euro. Sapete quanti canoni ci paghiamo con 4 miliardi di euro? In più, anche questo non viene detto da nessuno, paghiamo l’Imu non essendo proprietari. E, soprattutto, creiamo occupazione”.

Lo ha detto Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia intervenendo a Lamezia Terme ad un’assemblea di protesta organizzata da Assobalneari Italia e Assobalneari Calabria, con il sostegno di FederTurismo Confindustria alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato che obbliga le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe al 31 dicembre del 2024 in merito alle concessioni agli stabilimenti balneari.

Per il presidente di Assobalneari “il governo Meloni e tutte le forze politiche di questo governo hanno contribuito in modo importante a fare per la prima volta la ricognizione dei litorali italiani, perché la normativa europea dice proprio questo. L’articolo 12 della direttiva che tutti invocano, questa famosa direttiva Bolkestein, dice che le gare si fanno solo se la risorsa è scarsa, intendendo per risorsa, in questo caso, porzioni di litorale”

. È stato istituito per legge “dalla Presidenza del Consiglio dei ministri questo tavolo tecnico e il risultato è stato che il 67%, quasi il 70%, delle coste è ancora fruibile. L’appello che facciamo è all’Europa, è lì che si deve intervenire”.

In Calabria “le concessioni sono circa 1190. Un patrimonio importantissimo. Con scommettitori al buio, questi concessionari balneari calabresi che sono stati dei giocatori d’azzardo, perché hanno investito, hanno fatto e oggi si ritrovano senza delle certezze. Questo lo trovo iniquo”.

Chi ha fatto questa scommessa nell’arco del tempo “investendo, creando delle aziende, dando occupazione, creando economia sul territorio va aiutato e non demonizzato come avviene su gran parte dei media che li classifica praticamente come usurpatori, gente che paga poco e guadagna tanto”(ansa).