LAMEZIA TERME (Cz) – Nuovo capitolo del processo sulla tratta di nigeriane nel territorio lametino.

Sconto di pena per Ifueko Aiyamekhe, “madam” sul territorio di Lamezia e per il suo compagno, Osagie Omoregie, condannati in primo e secondo grado rispettivamente a 16 e 14 anni per acquisto e alienazione di schiavi, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione con l’aggravante della transnazionalità (venivano assolti dai reati di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù).

Il pm aveva chiesto 28 anni di carcere per la donna e 26 per il marito.

Sotto inchiesta erano finiti anche Silvia James Ekuaze (“madam” sul territorio di Lamezia), Joy Enoma (“madam” ad Amantea), Gift Idahos (“madam” a Rosarno) e Vincenzo Criserà, lametino di 71 anni ritenuto un fiancheggiatore.

Poi tutti assolti in primo grado, mentre i soli coniugi

A seguito del ricorso della difesa, la suprema Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti dei coniugi del Benin, Aiyamekhe Ifueko e Omoregie Osagie (difesi dagli avvocati Sabrina Mannarino e Carmine Curatolo del foro di Paola), limitatamente al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, perché assorbito nel reato di tratta di persone con le aggravanti del fine dello sfruttamento della prostituzione e della transnazionalità, e per l’effetto ha eliminato la relativa pena di anni uno e mesi sei di reclusione ciascuno.

I giudici di legittimità hanno poi annullato con rinvio la sentenza impugnata nei confronti dei medesimi imputati limitatamente all’aggravante della ‘transnazionalità, con rinvio per nuovo giudizio sul punto ad altra sezione della corte di assise di appello di Catanzaro ed hanno rigettato nel resto i ricorsi di Aiyamekhe Ifueko e Omoresgie Osagie.

La Cassazione ha infine condannato gli imputati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio delle parti civili.

I coniugi Aiyamekhe Ifueko e Omoregie Osagie potrebbero quindi ottenere un ulteriore sconto di pena.

I FATTI

Il procedimento penale definito in grado di appello con la sentenza oggetto della impugnazione in Cassazione, ha tratto origine dall’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, scaturita a seguito di una denuncia sporta da una giovane di nazionalità nigeriana nel gennaio del 2017 presso la Stazione Carabinieri di Lamezia Terme.

La donna ha esposto di essere stata portata con l’inganno in Italia ove è poi stata costretta a prostituirsi.

A seguito della denuncia, sono state avviate operazioni di intercettazione telefonica, sulle utenze in uso agli odierni ricorrenti.

In occasione dell’esecuzione della misura cautelare sono stati sottoposti a perquisizione locale due abitazioni.

La prima sita in Lamezia a Via delle Nazioni nella quale dimoravano quattro ragazze di nazionalità nigeriana.

In una stanza, presumibilmente in uso a Aiyamekhe Ifueko, veniva rinvenuto, oltre a diversi cellulari, altro materiale vario quale denaro, preservativi, un’agenda e altro. Tutto il materiale veniva sottoposto a sequestro.

La seconda abitazione sottoposta a perquisizione, era sita in via Del Mare, di Lamezia Terme; al suo interno veniva accertata la presenza di Omoregie Osagie e di altri connazionali.

Le ragazze trovate nell’appartamento sentite a sommarie informazioni rilasciavano dichiarazioni accusatorie nei confronti dei coniugi Aiyamekhe Ifueko e Omoregie Osagie.

LA CONDANNA IN CORTE D’APPELLO

Dopo le assoluzioni registrate nel giudizio di primo grado a favore di Silvia James Ekuaze, Joy Enoma, Gift Idahos e Vincenzo Criserà, la Corte di Assise di Appello di Catanzaro ha confermato il giudizio di responsabilità dei due coniugi Ifueko e Osagie, condannati a 16 e 14 anni, dando per presupposto che essi abbiano dapprima reclutato le persone offese in Nigeria, successivamente introdotte in Italia, costrette a stare in un appartamento di Lamezia Terme e a dedicarsi all’esercizio della prostituzione, pena la sottoposizione a pene, anche di natura corporale.

Oggi la doppia decisione della Cassazione: uno sconto di pena per Ifueko e Osagie e un annullamento con rinvio, entrambi favorevoli ai due coniugi.