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Centrosinistra litigioso, Francesca Reda si dimette da tutte le cariche del Pd

Centrosinistra autolesionista fino alla fine, giunto senza un proprio candidato a sindaco e senza una sua lista elettorale, spalancando le porte alle destre verso la vittoria

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MENDICINO (Cs) – Un centrosinistra litigioso fino alla fine, giunto senza un proprio candidato a sindaco e senza una sua lista elettorale, spalancando le porte alle destre verso la vittoria. E di fronte a tale sfacelo, la segretaria del circolo Pd di Mendicino, Francesca Reda, si dimette da ogni carica del partito, in rotta con quanti hanno consentito tutto questo.

Ecco quanto accaduto in questi mesi: un centrosinistra autolesionista e un Pd inconsistente che hanno così a agevolato gli avversari politici.

L’analisi di Francesca Reda: «È una giornata triste per Mendicino e per la sinistra mendicinese. In presenza di un destra divisa e responsabile del dissesto finanziario, le forze di centrosinistra non sono riuscite a presentare una lista per la prossima competizione elettorale.

Il personalismo e l’irresponsabilità hanno prevalso.

È cominciato tutto con la caduta della Giunta Palermo, quando le forze di centrosinistra anziché riproporre l’alleanza che aveva condotto alle scorse elezioni vicinissima alla vittoria, ha cominciato a dividersi.

Il primo passo incomprensibile è stata la scelta di Francesco Gervasi di non rinnovare la tessera del partito democratico e cominciare a tramare per la costruzione di un’alternativa fuori dai contesti democratici.

Anche quando il circolo del Partito democratico aveva espresso la mia candidatura all’unanimità si è scelto di lavorare per un candidato diverso, Roberto Greco, che aveva appoggiato me durante la riunione di circolo che mi aveva investita come la candidata sindaco.

Ero considerata inaccettabile perché il mio modo di fare opposizione durante questi anni non era andato giù a quanti erano compromessi, anche nell’area di centrosinistra.

La scelta di avere combattuto con competenza e passione le amministrazioni Palermo, Bucarelli e Greco, facendo anche condannare gli amministratori dalla Corte dei Conti per danno erariale (incluso Gervasi) ha comportato inimicizie e dissapori personali che hanno impedito l’aggregazione intorno alla mia figura, che pure 5 anni fa aveva fatto un passo indietro per il bene della coalizione di centrosinistra, capeggiata da Francesco Gervasi.

Si è arrivati a martedì 7 maggio con me sostenuta, dai componenti del circolo Pd di Mendicino e dai ragazzi del gruppo civico “senza pressa e senza muri”, disposta a candidarmi, pur sapendo che la competizione elettorale sarebbe stata tutta in salita.

Sono cominciati quel giorno gli ultimi atti di questa farsa, in cui tutti coloro che si proclamano di sinistra, e che hanno amministrato negli ultimi anni, hanno iniziato a fare terra bruciata intorno alla mia persona.

Sono stata chiamata dalla federazione provinciale del Partito democratico e mi è stato proposto un candidato che avrebbe riunito tutto il centrosinistra, Fulvio Scarpelli, prospettando così una probabile vittoria, che avrebbe sottratto il governo del Comune a coloro che hanno determinato il dissesto finanziario.

Da donna di partito ho scelto di fare un passo indietro che non è stato compreso e condiviso dai giovani del gruppo civico che mi sosteneva.

Una scelta di altri tempi, quando i partiti erano una cosa seria, ma oggi i partiti, soprattutto quelli di centrosinistra, sono diventati degli ectoplasmi. E lo dimostra inequivocabilmente il proseguo dei fatti. Quando Fulvio Scarpelli, dopo sole 24 ore, ha dichiarato di rinunciare alla candidatura, forse sarebbe stato opportuno un intervento da parte del partito democratico provinciale.

Rispetto alla scelta di Fulvio Scarpelli: non possiamo credere che il passo indietro possa essere legato solo alle critiche venute dal gruppo civico “senza pressa e senza muri”. Non possiamo pensare che chi si candida a sindaco creda che la campagna elettorale sia una passeggiata su un tappetino rosso.

Evidentemente ci sono state delle pressioni e ben altre ragioni che hanno portato ad un colpo di scena di questa natura. Candidarsi a 48 ore dalla presentazione delle liste e ritirarsi a 18 ore è stata una scelta irresponsabile.

Assisteremo adesso ad una campagna elettorale in cui le destre del dissesto avranno gioco facile e l’unica alternativa sarà quella populista.

È il fallimento a cui hanno condotto i compromessi e gli irresponsabili, pertanto, da oggi mi dimetto da ogni carica del Partito democratico e continuerò a battermi con competenza e dedizione solo per il bene di Mendicino, mettendomi a disposizione di una classe dirigente giovane che non ha intenzione di fare sconti a nessuno, come negli ultimi dieci anni.

“Quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio.”, evidenzia la ormai ex segretaria del circolo Pd di Mendicino, Francesca Reda.