CATANZARO – La consigliera comunale, Daniela Palaia interviene sugli orientamenti sessuali in vista della “Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia”.
Venerdì prossimo, «17 maggio, ricorrerà la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia. La data coincide con quella in cui, nel 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, riconoscendola come una variante naturale del comportamento sessuale umano».
Nonostante «la bulimia di Giornate dedicate a…, non possiamo considerare questa come una semplice occasione di circostanza. Anche se l’affermazione di certi diritti dovrebbe essere un percorso in discesa, infatti, noi sappiamo che purtroppo non è così. La strada finora è stata difficile, i risultati raggiunti sono stati il frutto di battaglie aspre, combattute su un fronte politico non privo di contraddizioni e su un piano culturale spesso segnato da un vero e proprio oscurantismo mentale».
Al punto che ancora oggi, «a distanza di decenni dal pronunciamento dell’OMS, nel dibattito di una campagna elettorale europea c’è chi, in Italia, bolla la naturalezza di un orientamento sessuale come una deviazione dalla regola, lo fa con spudoratezza e senza provare neppure un’ombra di vergogna.
È per questo che l’Amministrazione comunale di Catanzaro «considera il 17 maggio un giorno di impegno concreto e fattivo. D’altra parte, non a caso la nostra città aderisce, insieme con Regioni ed Enti locali di tutta Italia, alla rete Re.A.Dy, lo spazio di condivisione e interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei diritti umani delle persone LGBT e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze».
Buone prassi che «hanno trovato corpo sin da subito dopo l’adesione del Comune alla Rete con la dichiarazione del sindaco Fiorita, che si è formalmente detto disponibile a far trascrive nei registri pubblici i figli di coppie di donne che ne facessero richiesta; e questo solo perché allo stato attuale le norme non consentono di allargare l’ambito a tutte le coppie».
È stato «il primo atto concreto a cui altri seguiranno e sempre lungo questa direttrice, anche in continuo dialogo con le associazioni, secondo quanto prevede la Carta fondativa della Re.A.Dy. Per noi si tratta di coerenza con il mandato che gli elettori ci hanno dato in virtù di un impegno al contrasto di ogni possibile discriminazione, anche al di là del tema specifico della Rete cui abbiamo aderito, per una città che vogliamo giusta e inclusiva».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it