CATANZARO – «Centocinquantacinque milioni di euro di edilizia penitenziaria sbloccata. Progetti bloccati per anni e anni e anni, già stanziati, e mi chiedo perché gli scienziati che mi hanno preceduto non li abbiano portati avanti prima. Altri 85 milioni di euro del Pnrr per fare otto nuovi padiglioni detentivi, peraltro che interessano anche queste strutture».
Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro parlando con i giornalisti dopo una visita nel carcere reggino di media sicurezza di Arghillà.
«Questo – ha proseguito – vuol dire avere, in un anno e mezzo, sbloccato 250 milioni di euro di edilizia penitenziaria per recuperare, secondo i dati approssimativi in questo momento del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, 7.300 posti detentivi sui diecimila che mancano. Mi pare che sia uno sforzo straordinario, inequivocabile, incontrovertibile e che questi dati parlino da soli».
«Il carcere – ha detto Delmastro, che nella visita era accompagnato dal parlamentare europeo Denis Nesci – è prima di tutto sicurezza. Poi sicurezza, ed ancora dopo sicurezza. Quando avremo finito di fare sicurezza inizieremo a fare trattamento, che è molto importante ma non si può fare se non in una cornice di sicurezza».
Il trattamento «vero, serio, quello del lavoro, per il quale stiamo cercando di lavorare per riabilitare il detenuto, e arrivare alla recidiva zero. In questo senso abbiamo lavorato anche col Cnl. Stiamo operando su più versanti, ma l’unica cosa certa è che uomini e donne del comparto funzioni centrali preposto alla sicurezza non potranno mai farla se non in una cornice di sicurezza che viene assicurata dalle divise».
«Io – ha detto ancora Delmastro – sarò il sottosegretario che verrà ricordato per aver visitato tutti gli istituti penitenziari d’Italia. Credo di aver già visitato più istituti io che gli ultimi sette o otto sottosegretari alla giustizia. Quando governa la destra, uomini e donne della Polizia penitenziaria hanno il diritto di essere accasermati in situazioni di dignità».
Tanto è vero che «quei 250 milioni di euro di vecchie risorse stanziate e mai utilizzate, che abbiamo investito, ci consentono di liberare altre risorse che avevamo e le indicazioni sono state chiare ed inequivocabili: caserme e poi interventi antintrusione, schermatura degli Istituti. Affinché nessuno possa entrare in un istituto farsi il video, continuare ad ostentare profili di devianza criminale dall’interno dell’istituto».
Infine: «Quando avremo schermato tutti gli istituti d’Italia avrò il piacere di tornare in Calabria a dire agli ‘ndranghetisti: ‘fatevi pure entrare il cellulare. Intanto non comunicherete mai più niente all’esterno perché quello che comunicate fa ribrezzo'”.