CATANZARO – Ieri i delegati Cobas Lavoro Privato e dipendenti Abramo Customer Care hanno partecipato al tavolo indetto dal prefetto di Catanzaro per la vertenza Abramo. All’esito del vertice – secondo i presenti – s’è registrata l’ennesima fumata nera.
Ma andiamo al racconto della giornata.
Assenti come al solito i commissari. Insieme al Prefetto erano presenti il Presidente della Regione Roberto Occhiuto e l’assessore al lavoro Giovanni Calabrese.
Delegati e dipendenti hanno ribadito che «questo atteggiamento commissariale è una vergogna in quanto in due anni non si sono degnati di dare risposte alla politica (che li ha nominati), alle organizzazioni sindacali ma soprattutto a noi lavoratori».
«Abbiamo ribadito – raccontano delegati e dipendenti – che Tim, anche essa assente, dovrebbe essere obbligata ad assumersi le sue responsabilità con due possibili soluzioni:
1. Internalizzazione dei dipendenti Abramo;
2. Distribuzione del traffico Tim alle altre aziende di call center presenti sui territori per applicare pienamente la clausola sociale e mettere al sicuro noi lavoratori».
Nelle risposte il Presidente Occhiuto ha riferito che «l’emendamento per utilizzo dei fondi Pns (che a Roma i ministri Urso e Calderone avevano dato per certo) per fare partire il progetto pilota di digitalizzazione è stato bocciato.
Lo stesso riferisce che starebbe “spremendo” i vertici Tim (Labriola e Santagata) per trovare una soluzione che ad oggi purtroppo, nonostante le dirette social e i proclami, non c’è».
Inoltre il Presidente ha confermato che Tim non sarebbe intenzionata a concedere proroghe ulteriori e men che meno ad attuare la clausola sociale. Difatti senza progetto e/o rinnovi a medio-lungo termine, è chiara la volontà di Tim di svincolarsi senza il minimo scrupolo.
Su eventuale rinnovo/proroga dell’amministrazione amministrazione straordinaria nessuna informazione e ancora non è stata fissata una data per il tavolo ministeriale richiesto i primi di maggio».
Il tempo è dunque finito.
«Nelle prossime ore – concludono – capiremo le azioni da intraprendere. Crediamo sia necessario mobilitarsi senza escludere lo sciopero e la mobilitazione a oltranza, con presidi alle sedi istituzionali e davanti alle sedi Abramo».