Il carcere di Cosenza

COSENZA – Sono cinquanta gli indagati, di cui 49 detenuti, nell’inchiesta legata all’utilizzo di telefonini all’interno del carcere di Cosenza.

Secondo l’ufficio di procura i detenuti si sarebbero procurati un telefono cellulare al quale veniva associata una sim card idonea ad effettuare comunicazioni. Il numero era lo stesso per tutti. Il pubblico ministero ha ricostruito 61 episodi, dove oltre ai detenuti sono coinvolti anche alcuni familiari degli stessi che, secondo il teorema accusatorio, avrebbero procurato al marito o al convivente l’apparecchio telefonico.

I fatti contestati sarebbero stati commessi tra ottobre 2022, un mese dopo il blitz di Reset, e giugno 2023. L’avviso di conclusioni delle indagini preliminari è partito nei giorni scorsi e nell’elenco figurano anche volti noti della criminalità cosentina e calabrese.

Nel registro degli indagati risultano iscritti: Giuseppe Carro, Vladir Scalzo, Cataldo Valente, Paolo Cusato, Andrea Volpe, Mario Spinelli, Vincenzo Torcasio, Ferdinando Cascone, Luigi Fumo, Christian Miolla, Carlo Migliori, Marco Battigaglia, Ivano Ragusa, Franco Scarcello, Vincenzo Liberato Candreva, Domenico Berlingieri, Luigi De Martino, Salvatore Pizzuti, Vincenzo Di Martino, Salvatore Marino, Salvatore Cosentino, Stefano Casole, Carlo Spadafora, Michele Loizzo, Mirko Capizzano, Marco Cosimo Passalacqua, Vincenzo Sculco, Mario Meringolo, Andrea Arena, Luigi Spagnolo, Giuseppe Schito, Vincenzo Crescimone, Mirko Pironaci, Nicola Campolongo, Salvatore Capraro, Enzo Bertocco, Ippolito Antonio De Rose, Mattia Spanò, Sergio Venti, Naim Saad, Fausto Vezzoni, Manuel Forte, Claudio Altomare, Antonio Giampà, Vasile Munteanu, Antonio Accorinti, Andrea Russo, Mario Pranno, Ottavio Marincola, Valentina Putignano