PAOLA (Cs) – La minoranza consiliare, tutta, compatta, ha deciso di disertare i lavori del consiglio comunale di questa mattina, lunedì 24, in segno di protesta sia contro l’atteggiamento «arrogante» del presidente del consiglio comunale, Mattia Marzullo, sia per le tante anomalie riscontrate nella gestione politico-amministrativa ad opera della “nuova era”: pressione fiscale altissima, anomalie di bilancio, crollo della raccolta differenziata, mancata costituzione commissione sul porto, lavori pubblici al palo.
I consiglieri Marianna Saragò, Renato Vilardi e Andrea Signorelli, in nome e per conto degli altri colleghi (Emira Ciodaro, Alfonso D’Arienzo, Josè Grupillo, Roberto Perrotta), come preventivamente concordato, si sono recati in aula per leggere un lungo documento al fine di spiegare le ragioni della mancata partecipazione della minoranza, in segno di protesta, dai lavori assembleari.
La pubblica assise, in particolare, è iniziata con un’ora di ritardo perché la maggioranza non possedeva i numeri. Si è dunque atteso l’arrivo del consigliere Marco Minervino (assente giustificato per convalescenza), “costretto” a recarsi in aula per garantire il suo sostegno alla coalizione e quindi garantire il numero legale.
L’assessore al ramo era assente, i revisori dei conti erano assenti e il caposettore competente non ha relazionato. I punti, tuttavia, stati approvati a maggioranza.
ECCO L’INFUOCATO DOCUMENTO DELLA MINORANZA
«Ancora una volta, il Presidente del Consiglio della Città di Paola convoca una seduta di Consiglio Comunale non tenendo in doverosa considerazione le ragioni, civilmente espresse, dei Consiglieri dei Gruppi di minoranza, i quali reclamavano la possibilità di avere maggiore tempo a disposizione, che consentisse loro un esame approfondito degli atti.
D’altronde, il Regolamento e la prassi istituzionale avrebbero richiesto che la data di convocazione del Consiglio venisse concordata con tutti i componenti la Conferenza dei Capigruppo.
A Paola, però, da tempo, accade il contrario, il Presidente Marzullo sovente decide di sfidare i Gruppi Consiliari con scelte sempre meno condivise.
I Capigruppo, dopo aver altrettanto civilmente sollevato la questione della natura ordinaria della seduta del Consiglio, considerato che all’ordine del giorno avrebbe dovuto essere inserita la trattazione della TARI e del PEF, avevano chiesto che, in via preventiva, venissero messi nelle condizioni di potersi confrontare nel merito, al fine di produrre eventuali emendamenti, in ogni caso garantire una discussione esaustiva, ma sono rimasti inascoltati.
Il Regolamento è chiaro, la Tari e relativa approvazione delle tariffe 2024, rientra tra le materie di Bilancio, per questa ragione essa avrebbe dovuto essere discussa in seduta ordinaria, consentendo 5 giorni utili dalla convocazione.
Da precisare che il termine entro il quale concludere la sessione di Bilancio coincide con la data del 30 giugno 2024 e poi nuovamente prorogata al 20 luglio 2024 con emendamento al cd. “decreto coesione”, dunque, i tempi per una convocazione ordinaria e concordata in sede di Conferenza dei Capigruppo c’erano tutti.
Quale la ragione di una decisione talmente poco rispettosa della volontà di tutti i Consiglieri di minoranza, cosa nasconde questo comportamento, indiscutibilmente poco conforme con i canoni che dovrebbero ispirare le scelte di una figura che dovrebbe essere terza e garante di dinamiche istituzionali democratiche.
Inaccettabile l’arroganza del Presidente, il quale decide la data di convocazione di un Consiglio Comunale, così importante per i contribuenti, in palese conflitto con le legittime richieste di tutti i Gruppi di minoranza.
TARI SEMPRE ALLE STELLE
Proseguendo ed entrando nel merito dell’ordine del giorno, non possiamo che ribadire il nostro punto di vista: le tariffe della TARI, non accennano a diminuire, accade il contrario, si registra un incremento dei costi.
Avremmo inoltre voluto confrontarci nel merito di un piano economico capace di incidere sui costi di gestione, i quali rispetto ai costi 2022 e 2023 sono aumentati fino ad arrivare a oltre 4.200.000 con una differenza tra i costi di gestione e i limiti posti da ARERA di circa 600.000 euro che necessitano dell’adozione di contestuali variazioni di bilancio, come se due anni di amministrazione, imputabili alla sedicente nuova era, fossero trascorsi nell’inerzia più assoluta.
I nostri amministratori avrebbero dovuto procedere verso la revisione e riorganizzazione del servizio, con lo scopo, da un lato, di incentivare la preziosa collaborazione degli utenti con benefici concreti, dall’altro, con l’obbiettivo di ridurre i costi complessivi di gestione.
SI ABBASSA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA (ALLEGATO IN BASSO)
La rivisitazione del servizio diventa ancora più necessaria in materia di raccolta differenziata, considerato il fatto che abbiamo smesso di essere annoverati tra i comuni più virtuosi della Regione, con tutte le conseguenze che questo declassamento comporta dal punto di vista economico-finanziario.
RISCOSSIONE TRIBUTI INESISTENTE
Inutile attardarsi in considerazioni pretestuose, circa l’estraneità del solo metodo di calcolo o la necessità di nuove voci di entrata, fattori consolidati e previsti. Per non dire del livello di riscossione dei tributi propri dell’Ente, che diventa ogni giorno di più una vera chimera, a ribadirlo sono gli stessi dirigenti dell’Ente, peraltro, con note e denunce pubbliche senza precedenti, addirittura, gli stessi provvedimenti amministrativi, mediante i quali vengono impartiti indirizzi finalizzati a migliorare la capacità di riscossione, vengono descritti quali scatole vuote.
Il Presidente del Consiglio, inoltre, avrebbe dovuto preoccuparsi di spiegare ai Capigruppo, in sede di Conferenza, la ragione per la quale la tariffa della Tari venga rivista ed approvata in seduta separata e successiva, rispetto a quella di adozione ed approvazione del Bilancio di Previsione 2024.
DENUNCIA CAPISETTORE GRAVISSIMO RISCHIO PER LE CASSE COMUNALI
Il Presidente del Consiglio, piuttosto che ostacolare i Consiglieri nell’adempimento dei loro doveri connessi alla funzione, dovrebbe preoccuparsi di informare il Consiglio sulle reali ragioni per le quali taluni dirigenti avvertano la necessità di mettere nero su bianco la denuncia di un rischio gravissimo per le casse comunali, quello di non poter procedere alla notifica degli avvisi di accertamento del ruolo idrico 2022, per un importo pari ad euro 1.156.508,74.
DEBITI FUORI BILANCIO SPUNTANO COME FUNGHI
L’attività di riscossione dei tributi comunali dovrebbe essere considerata vitale per un Ente che deve fare i conti con numerosi piani di rientro da debiti fuori bilancio, i quali continuano a nascere come funghi.
CASO CORTE DEI CONTI
Il Presidente del Consiglio, dovrebbe preoccuparsi di garantire la prosecuzione del clima di dialogo positivo tra maggioranza e minoranza, in vista del fatto che presto, a tutti questi debiti, si aggiungeranno le rate di ammortamento del Piano di Riequilibrio Finanziario all’esame della Corte dei Conti, fortemente e seriamente messo in discussione dalla Relazione della Commissione ministeriale per il controllo della stabilità finanziaria degli enti locali.
Dinanzi ad una condizione di grave difficoltà per le casse dell’Ente, destinata a divenire sempre più complicata e drammatica, il dialogo tra maggioranza e minoranza appare necessario e meriterebbe ben altre attenzioni da parte di chi è chiamato a ricoprire una funzione super partes e di garanzia.
Non si perda di vista il fatto che, i cittadini di Paola, potrebbero essere chiamati a fare i conti con l’ennesima dichiarazione di dissesto, da scongiurare ad ogni costo. La volontà dei Consiglieri Comunali di minoranza, tesa ad avviare un dialogo costruttivo con il Sindaco e la sua Giunta e con lo stesso Consiglio nella sua interezza, proprio al fine di fare fronte alle citate criticità con rinnovato spirito di collaborazione istituzionale, a tutela dell’interesse generale, rischia di naufragare proprio a causa del comportamento respingente del Presidente.
A tal punto, da indurci a pensare che il vero obbiettivo del Presidente Marzullo potrebbe essere proprio quello di interrompere il dialogo, al fine di assecondare le posizioni più estremiste di questa anomala coalizione.
LA MINORANZA DISERTA LA SEDUTA ODIERNA DI CONSIGLIO COMUNALE
Per queste ragioni, i Consiglieri Comunali di minoranza non parteciperanno ai lavori del prossimo Consiglio Comunale, convocato in seduta straordinaria e non ordinaria, d’imperio e non concordata, per lunedì 24 c.m.
In una fase così difficile, l’esigenza di un’azione amministrativa il più possibile condivisa e partecipata, dovrebbe prevalere su logiche politiche parziali e di fazione.
COMMISSIONE “VIRTUALE” SUL PORTO TURISTICO
Inoltre la proposta di istituire una commissione ad hoc sul realizzando Porto San Francesco, avanzata in sede di Consiglio Comunale, accolta dal Sindaco e da tutti i Consiglieri, nonostante le reiterate richieste prodotte anche durante l’ultima Conferenza dei Capigruppo, è rimasta inevasa visto che il Presidente Marzullo non ha inteso inserire all’odg l’istituzione di detta ed apposita Commissione per la quale restiamo in paziente attesa.
LAVORI LUNGOMARE, PORTO, CASERMA VIGILI DEL FUOCO: TUTTO TACE
Tuttavia, presto ci faremo promotori di una proposta di convocazione di un’apposita seduta di Consiglio Comunale, con all’ordine del giorno la trattazione di questioni di vitale importanza per il nostro territorio e rispetto alle quali pretendiamo di avere chiarimenti, nell’ordine, lo stato dei lavori sul lungomare, Porto e caserma dei VF».