CATANZARO

Le parole di Vittorio Feltri che in un suo intervento aveva detto che l’europarlamentare Ilaria Salis era vestita come una cameriera di Catanzaro, avevano sucitato la dura reazione del sindaco del capoluogo calabrese Nicola Fiorita Lo porteremo in tribunale per le sue inaccettabili offese alla nostra città e per le sue frasi razziste»), della vice sindaca Giusy Iemma e di altri politici calabresi.

Oggi, dopo le scuse del noto giornalista, lo stesso primo cittadino ha scritto sul proprio profilo social: «Avere ricevuto le scuse da Vittorio Feltri in diretta dai microfoni de La Zanzara – Radio 24 di Cruciani e Parenzo considerata la spigolosità del personaggio, non cancella l’amarezza e l’indignazione ma quanto meno le attenua. Feltri non chiede mai scusa, ne sa qualcosa la Raggi, e se ha ritenuto di farlo, sia pure a denti stretti, vuole dire che ha capito di averla fatta grossa. Mi basta. Ma non dobbiamo commettere l’errore di abbassare la guardia nella difesa della nostra terra e dei nostri figli. Orgoglioso delle nostre splendide donne che con dignità, eleganza e professionalità ogni giorno svolgono un lavoro molto importante per l’accoglienza e per le famiglie. Anche per loro ho l’obbligo di andare avanti nella mia battaglia, assieme a tanti sindaci calabresi, perché ci sia una sola Italia, solidale, dove tutti i cittadini debbono avere le stesse opportunità».

In collegamento telefonico insieme a Fiorita, Feltri ha detto «Ma chi lo conosce il sindaco di Catanzaro? Allora dovrei chiedere scusa anche alle casalinghe di Voghera. Non si possono citare le cameriere di Catanzaro? Ma siamo impazziti? Che me ne frega a me di Catanzaro e delle cameriere di Catanzaro? Sono come quelle di casa mia, sono cameriere. Ma quali estremi di querela? Allora le casalinghe di Voghera avrebbero dovuto querelare tutti gli italiani degli ultimi 50 anni. La sua città – ha aggiunto sempre Feltri rivolgendosi direttamente a Fiorita – non ha niente da invidiare alle altre città, io non ho niente contro Catanzaro». Infine «se si offende io le chiedo scusa, ma non capisco il motivo dell’offesa».