La Cassazione di Roma

CATANZARO – La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli imputati del procedimento “Reset”, accusati, tra le altre cose, di associazione mafiosa. Oggetto del reclamo la ricusazione del giudice Fabiana Giacchetti, che presiede il rito abbreviato di “Reset” e nella fase precedente aveva coordinato i lavori processuali dell’udienza preliminare.

Il procedimento “Reset” ha visto l’arresto di diversi imputati, tra cui Luigi Abbruzzese, Fioravante Abbruzzese, Marco Abbruzzese,  Nicola Abbruzzese, Adolto D’Ambrosio, Gennaro Presta, Francesco Mazzei, Luigina Bevilacqua, Ettore Sottile e Luigi Avolio. Gli imputati avevano chiesto il giudizio abbreviato, ma la loro dichiarazione di ricusazione contro il giudice Fabiana Giacchetti è stata rigettata. Secondo la Corte, la mancanza di documentazione adeguata ha reso inammissibile la richiesta di ricusazione.

Gli avvocati difensori avevano presentato la dichiarazione di ricusazione sostenendo che il giudice Giacchetti aveva già emesso un decreto di giudizio nei confronti dei coimputati che non avevano optato per il rito alternativo. Questo, secondo i difensori, avrebbe compromesso l’imparzialità del giudice. Tuttavia, la Corte di Appello di Catanzaro ha sottolineato la mancanza di documenti chiave, come le procure speciali e le relazioni di difesa specifiche, per supportare l’istanza.

La Cassazione ha evidenziato la necessità di un approccio formale rigoroso per le dichiarazioni di ricusazione. «La mancata allegazione della documentazione necessaria rende inammissibile la dichiarazione di ricusazione» ha dichiarato la Corte.

Gli imputati, pertanto, dovranno affrontare il processo abbreviato con il giudice assegnato dal tribunale di Catanzaro.