PAOLA (Cs) – In una sanità calabrese che fa acqua da tutte le parti, caratterizzata da ritardi e grave carenza di personale, continua a distinguersi il reparto di Cardiologia dello Spoke Paola – Cetraro, diretto dalla primaria Maria Teresa Manes.
In ossequio, infatti, alle linee guida imposte dalla Regione Calabria nel Piano regionale di governo delle liste d’attesa 2023-2025, per promuovere e adottare specifiche misure ed azioni di intervento al fine di raggiungere il totale abbattimento delle stesse in favore dei soggetti assistiti, la Cardiologia dello Spoke Paola – Cetraro ha ottenuto numeri straordinari.
Tutti gli utenti che si trovavano in lista con un’attesa superiore a 60 giorni sono stati recentemente contattati e sottoposti alle prestazioni richieste.
Ciò grazie anche all’incremento dei turni che ha visto aggiungere alle giornate lavorative quotidiane tre pomeriggi alla settimana, inclusi i giorni festivi (sabato e domenica), e nonostante la consueta grave carenza di personale.
Gli ambulatori, infatti, per quanto concerne i pazienti esterni, sono aperti, a Cetraro, mattina e pomeriggio, mentre a Paola offrono prestazioni tutte le mattine.
Un ulteriore passo in avanti nel processo di crescita avviato dal direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano, coerentemente con la mission indicata e condivisa col presidente Roberto Occhiuto: normalizzare e rendere attrattiva, con servizi efficaci, efficienti e qualitativamente elevati, la nostra sanità.
E lo Spoke Paola – Cetraro sta dimostrando di avere i numeri giusti per viaggiare in questa direzione e per poter migliorare sempre di più.
Purtroppo resta ancora l’incognita del Servizio di Emodinamica presso il Presidio Ospedaliero “San Francesco” di Paola, i cui lavori sono stati ultimati da diverso tempo. Si è in attesa di una modifica del Piano aziendale per poi poter partire a pieno regime.
Un piccolo passaggio burocratico che, tuttavia, sta tenendo in sospeso un servizio vitale per la popolazione.
E’ bene ricordare che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in tutto il mondo. Ad oggi sono 18 milioni le perone che muoiono all’anno nel mondo a causa di una malattia cardiovascolare e 230 mila solo in Italia.
E, in tal senso, si prevede che aumenteranno, raggiungendo entro il 2030 ben 24 milioni di morti nel mondo all’anno per cause cardiovascolari, con una media di oltre 66.000 al giorno ed un costo globale totale che passerà da circa 863 miliardi di dollari nel 2010 a oltre 1 trilione3, una cifra che supera il PIL di Paesi Bassi, Svizzera, Svezia o Turchia.
Numeri da capogiro, dunque, che devono spingere la politica a lottare sempre di più per ottenere servizi efficienti ed efficaci.