COSENZA – Nel blocco operatorio dell’Annunziata di Cosenza c’è chi ha usufruito di prestazioni aggiuntive al costo di 50 euro l’ora per un ammontare di circa 60 nel mese di luglio 2023, di 40 ore nel mese di agosto 2023 e così nei mesi successivi fino ad aprile 2024, in modo solitario e senza autorizzazione da parte della Regione Calabria.
Il 15 giugno scorso, infatti, sulla scorta di testimonianze di fonti autorevoli e qualificate e di atti documentali, forniti anche ai Nas dei Carabinieri, in merito al blocco operatorio dell’Annunziata di Cosenza, Calabria Inchieste scriveva (https://www.calabriainchieste.it/2024/06/15/azienda-ospedaliera-cosenza-denunciate-anomalie-nella-gestione-del-blocco-operatorio/) di «pagamenti ricevuti in maniera impropria e illegittima di prestazioni aggiuntive dal mese di giugno 2023 e fino al mese di aprile 2024 alla facente funzioni del blocco operatorio (“la passionaria”, ndr) a 50 euro l’ora senza effettuare nemmeno una seduta in più in prestazione aggiuntiva per salvare vite appese ad un filo di speranza in attesa della chiamata da quella maledetta lista di attesa lunga ed interminabile».
Oggi approfondiamo meglio la notizia.
Una doverosa puntualizzazione: il presidente Roberto Occhiuto, nella sua qualità di commissario ad acta per il Piano di rientro, cui è sottoposta la Regione Calabria con Dca 13 del 25 febbraio 2022, ha approvato il Piano Operativo per il recupero delle liste d’attesa stabilendo la ripartizione delle risorse assegnate, e da erogare con successivi atti, alle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere per un importo totale pari a euro 15.718.900,00.
Il direttore Convenzioni Alpi e Monitoraggio Prestazioni Specialistiche dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, nel mese di aprile 2022 ha proposto l’adozione di tale atto, regolamentandone le modalità attuative e stabilendo quale criterio fondamentale e prioritario il recupero degli interventi relativi alle patologie onclogiche e di interventi legati a patologia maggiore.
In merito, quindi, alla mappatura del Processo chirurgico in Blocco Operatorio, è stabilito nel Dca che ciascuna Azienda raccolga le principali informazioni che contribuiscono a descrivere in modo oggettivo e attraverso metriche uniformi sul territorio nazionale il percorso chirurgico del paziente all’interno del Blocco, come già definito nelle “Linee di indirizzo per il governo del percorso del paziente chirurgico programmato”, sono 15 eventi standard, ovvero orari in cui si rileva un’azione puntuale, definiti per descrivere il percorso chirurgico del paziente. Ǫuesti 15 eventi descrivono in modo oggettivo il percorso ed hanno differenti gradi di obbligatorietà (obbligatorio, consigliato, facoltativo)
Pertanto la Regione Calabria stabilisce, attraverso una griglia, i criteri da registrare per ciascun intervento chirugico che viene effettuato in regime di prestazione aggiuntiva e solo dopo attenta compilazione dello stesso la regione provvede a stanziare i soldi per pagare l’azienda ospedaliera attraverso regolare
Tutto regolare fino al 31-12-2022 quando scade il progetto delle prestazioni aggiuntive.
«Da quel momento – raccontano le nostre fonti, atti alla mano – nessun dipendente del blocco operatorio potrà più timbrare ore di lavoro in prestazione aggiuntiva perché privi di una regolare autorizzazione (solo nei mesi di novembre e dicembre 2023 vengono autorizzati due mesi di ulteriori prestazioni aggiuntive nel blocco operatorio)»
A luglio 2023, a tal proposito, si viene a conoscenza che un importante punto di riferimento del Blocco Operatorio (la famigerata “pasionaria”) «effettui ore in prestazione aggiuntiva a 50 euro l’ora per un ammontare di circa 60 nel mese di Luglio 2023 – 40 ore nel mese di agosto 2023 e così nei mesi successivi fino ad aprile 2024 (quelle fatte a novembre e dicembre 2024 sono le uniche autorizzate dalla regione dietro regolare publicazione di una determina che ne regolamenta il percorso) senza che nel blocco operatorio nessun infermiere effettui interventi in regime di prestazione aggiuntiva».
Fatto anomalo, dunque, risultante da registri vidimati e firmati, per il quale necessiterebbero chiarimenti.
«Nessun file viene generato per la regione perché non vengono effettuati interventi in più in prestazione aggiuntiva per abbattimento liste di attesa in tempo covid (dimostrabile dalle timbrature del personale del blocco operatorio che nei mesi da luglio ad ottobre non ha mai timbrato in codice di prestazione aggiuntiva che corrisponde al codice 86)
Si precisa che gli unici codici autorizzati per le prestazioni aggiuntive in sala operatoria sono: codice 85, prestazione aggiuntiva per medici anestesisti e chirurghi a 80 euro l’ora; Codice 86, prestazione aggiuntiva per infermieri a 50 euro l’ora
Oggi ci si chiede: «Perché non sono state pagate le ore effettuate da tutto il personale infermieristico che ha raddoppiato il turno pur di permettere a persone in attesa di interventi di asportazioni di tumore di essere operati nel più breve tempo possibile, ma sono stati pagati solo le ore effettuate dalla “passionaria”?»
Chiaramente sono molto gradite le repliche, ma soprattutto i chiarimenti: info@calabriainchieste.it