Il consigliere Vincenzo Capellupo

CATANZARO – Il consigliere comunale Vincenzo Capellupo interviene sulla vicenda del S. Anna Hospital 
«Il Consiglio Comunale dedicato alla vicenda del S. Anna Hospital è stato un passaggio istituzionale fondamentale perché se è vero che non possiamo sapere oggi quale sarà l’esito di una vicenda che resta estremamente complessa, la presa di posizione del sindaco e del Consiglio comunale sono un segnale forte e concreto, dato ai lavoratori e ai malati calabresi che stanno pagando per questa vicenda un prezzo altissimo».
Un segnale concreto che, «evidentemente, altri non hanno inteso dare nonostante fossero stati invitati a partecipare alla seduta. E non vorremmo che alcune assenze confermassero la sensazione che esista una precisa volontà politica di indebolire il sistema sanitario del Capoluogo di Regione».
E, ancora: «Penso in proposito, e solo per citare alcuni fatti, alle paradossali vicende: sulla facoltà di medicina a Cosenza; ai 200ml di euro che l’art.20 della legge 67/88 prevedeva per il nuovo ospedale di Catanzaro spostati verso altri territori; alla crisi che sta investendo il sistema socio assistenziale – vedi la situazione dei lavoratori di Fondazione Betania. Occorre, quindi, partendo dal S. Anna una più complessiva riflessione sul sistema socio-sanitario del Capoluogo di Regione».
Tornando al S. Anna, «rinnovo quanto chiesto in Consiglio comunale: nell’incontro che verrà richiesto dal sindaco Fiorita al commissario Occhiuto, l’oggetto principale dovrà essere la garanzia pubblica che il budget e l’accreditamento del S. Anna non verranno toccati fino a quando non si completeranno le procedure del tribunale per l’individuazione di un soggetto subentrante che riporti il Centro di alta specialità del cuore alla sua piena efficienza».
Diversamente «nessuno sarà disposto a farsi carico di struttura e dipendenti e avremo l’abbassamento dei Lea in ambito cardiovascolare, la parcellizzazione del budget, la fine dei livelli occupazionali e l’aumento dell’emigrazione sanitaria con costi sociali ed economici enormi per i calabresi».
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