PAOLA (Cs) – Da alcune settimane è in atto, in seno alla maggioranza politica che governa il Comune di Paola, un dibattito interno che potrebbe portare a una nuova dichiarazione di dissesto economico e finanziario.
Il gruppo del sindaco Giovanni Politano, che fino a poco tempo fa ha governato Paola con l’ex sindaco Roberto Perrotta, approvandone bilanci e atti contabili, ha improvvisamente cambiato rotta, decidendo di cavalcare con convinzione la tesi del dissesto.
Mettendo, quindi, da parte le lodi a Perrotta e alle sue gestioni, come cristallizzato nelle delibere di consiglio comunale e nelle dichiarazioni pubbliche apparse sulla stampa e sui social.
Oggi, invece, si va in controtendenza, smentendo se stessi e contestando il proprio operato, partendo dallo stato di deficit strutturale dell’Ente locale, causato anche da chi attualmente amministra Paola, avendo – sindaco, assessori e tanti consiglieri oggi in carica – gestito il Comune dal punto di vista politico e amministrativo per diversi anni, staccandosi da quell’amministrazione comunale solo negli ultimi mesi di fine consiliatura, quando l’allora consigliere regionale uscente Graziano Di Natale non venne più riconfermato alla Regione perché molti “perrottiani” indirizzarono il proprio consenso verso candidati “forestieri”.
Oggi, dunque, si è creata una situazione politicamente paradossale ma anche pericolosa: chi ha governato fino a ieri, per molti anni, assieme a Perrotta, con ruoli amministrativi o anche solo politici, critica pubblicamente e cavalca la tesi del dissesto, contestando di fatto se stesso; chi, invece, è rimasto sempre fedele all’ex sindaco Roberto Perrotta, continua a difendere lo stato dei conti, sostenendo che vi sono dei problemi ma che tante altre sono le vie da imboccare e gli strumenti da utilizzare per il risanamento, rispetto a uno stato di deficit strutturale che colpisce quasi tutti i piccoli comuni italiani.
Chi contesta, tra l’altro, non circostanzia fatti, non snocciola dati, non elenca cifre, debiti: teorizza soltanto, critica, contesta a prescindere, genera confusione. Una strategia che tende a scansare le proprie responsabilità, amministrative o anche solo politiche. Citare un atto o elencare un debito, significa circostanziare fatti e date, quindi collegare il soggetto all’evento. E questa tesi non è per nulla conveniente.
Seguiremo la vicenda.