LUNGRO (Cs) – «Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche coi sensi: tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie, ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli».

Prendono in prestito le parole di Pier Paolo Pasolini, i promotori di una Costituente della Sinistra di Lungro, che sembrano scritte oggi a Lungro, un paese in cui una storia bella e gloriosa giace, morente, nel letto dell’indifferenza.

«Per molto tempo, la Sinistra lungrese – spiegano nel loro manifesto – ha costituito un punto di riferimento per le istanze di progresso sociale a Lungro e nei comuni limitrofi. Come dimenticare l’Associazione dei Lavoratori Salinari, un’avanguardia dell’Ottocento italiano; lo sciopero del 1903, uno dei primi scioperi italiani contro il licenziamento per ingiusta causa; o le innumerevoli manifestazioni a cui i lungresi parteciparono in Calabria e in tutta Italia per le rivendicazioni lavorative?

Per non parlare, inoltre, del contributo politico che la Sinistra lungrese ha dato a tutto il movimento operaio della Provincia di Cosenza. La modernità della Sinistra lungrese ha poi trovato un formidabile interprete nei movimenti politici giovanili che hanno accolto tanti giovani, i quali, decenni prima rispetto alle lancette della Storia, dicevano “un altro mondo è possibile”.

Ma non bisogna mescolare l’acqua e l’olio. È fondamentale, infatti, ricordare come i cittadini che hanno costruito il welfare lungrese siano stati poi traditi da un potere che è diventato via via sempre più dispotico. Il “partito”, purtroppo, è poi diventato un mezzo di mera gestione di scelte verticistiche, creando un solco sempre più grande tra la “nomenklatura” dirigente e i lavoratori. Si è passati, poi, al “partito-autobus”, su cui un’altra classe dirigente è salita, ha viaggiato ed è poi scesa quando ha ritenuto obsoleto quell’autobus. Per non dimenticare l’ondata populista che ha contagiato anche la sinistra locale, dando l’illusione che le lotte e la storia fossero orpelli da buttare nell’immondizia assieme alle competenze.

“La politica è organizzare la speranza”, dice Elly Schlein citando Tina Anselmi. Stiamo assistendo, infatti, sia a livello nazionale sia a livello europeo, a un risollevamento delle forze democratiche e progressiste, unitamente a un rinnovato dibattito politico e sociale che sta stimolando il ritorno alla militanza anche nei piccoli Comuni.

Cosa rimane oggi della fatica, delle lotte e della passione di generazioni di lungresi? Solo qualche foto sbiadita, un paio di insegne impolverate delle sezioni di partito e ricordi detti sottovoce. Gli ultimi insulti a questa storia morente li possiamo osservare andando a vedere i risultati elettorali delle ultime Elezioni Europee. Per la prima volta, la destra conquista lo scettro del partito più votato a Lungro, con un Partito Democratico largamente minoritario e rivoli della Sinistra ridotti a brandelli. È sintomatico il fatto che non ci fosse nemmeno un rappresentante di lista di Sinistra!

È mai possibile che nessuno senta la vergogna di lasciare cadere nell’oblio una tradizione politica fatta di donne e uomini che hanno dato fino all’ultima goccia di sudore per creare una comunità più giusta, più equa e anche più ricca? Vogliamo davvero consegnare Lungro a quelle forze reazionarie che schiumano dalla bocca una rabbia antica e che hanno sempre avversato le classi sociali più bisognose?

Nel corso dei decenni, in tanti sono stati obbligati ad abbandonare la militanza politica da parte degli sgherri del comando. È auspicabile, innanzitutto, che le forze politiche di tutti gli schieramenti si organizzino per ridare vita ad un dialogo rimasto silente da ormai troppo tempo. Ma soprattutto è giusto che, finalmente, le donne e gli uomini di Sinistra ritornino a parlare liberamente e a creare un nuovo clima di partecipazione e di discussione, per ridare lustro alla tradizione progressista lungrese e rimetterla nel posto della Storia che le spetta. Non è nostra intenzione “prendere il partito” come periodicamente molti hanno fatto, per poi dileguarsi alla prima assunzione di responsabilità. Vogliamo unire, ricostruire e dialogare con tutte le parti che si dichiarano di sinistra, auspicando che si riattivino anche le forze socialiste di Lungro, politicamente sempre coerenti con i propri ideali.

Si dovrebbe sentire l’obbligo morale di riportare a Lungro una Sinistra democratica, partecipativa e inclusiva che riprenda il filo di un discorso lasciato sospeso e che, invece, va recuperato e vissuto, da oggi in avanti»