Home Calabria Tartarughe marine: mobilitazione anche in Calabria, sei aree protette e cinque Comuni 

Tartarughe marine: mobilitazione anche in Calabria, sei aree protette e cinque Comuni 

Oltre 100 enti hanno già aderito ai nuovi protocolli “Amici delle tartarughe” tra Legambiente   e le amministrazioni comunali o le aree protette per la tutela delle Caretta caretta  

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The baby turtles racing towards the ocean after hatching on a beautiful Ghanaian beach in Africa

REGGIO CALABRIA – Sono già centinaia i nidi di tartarughe marine identificati sui litorali italiani. Si tratta di un fenomeno in crescita, dovuto anche dal riscaldamento climatico.
Purtroppo, le nostre spiagge non sono sempre pronte ad accogliere gli esemplari nidificanti, a causa dell’inquinamento e della crescita del turismo, che mettono a repentaglio l’habitat e la schiusa delle uova.
In risposta a questa esigenza arriva però l’esercito dei Comuni e delle Aree protette “amici delle Tartarughe”: nell’ambito del progetto europeo “Life Turtlenest” per la salvaguardia dei nidi di Caretta caretta, Legambiente ha lanciato i protocolli dedicati alle amministrazioni e ai Parchi costieri rivolti rispettivamente ad amministrazioni comunali ed Enti Parco. 
Gli accordi forniscono linee guida specifiche finalizzate a ridurre le minacce e creare un ambiente più sicuro per la specie. In Italia sono 80 i Protocolli già firmati dai Comuni in 14 regioni costiere, di cui 7 nella Regione Calabria, ossia Scalea, Tortora, Stalettì, Ricadi e Guardavalle.
Sono invece 24 i parchi firmatari a livello nazionale, di cui 6 nella Regione: Riviera dei Cedri, Costa degli Dei, Scogli di Isca, Costa dei Gelsomini, Soverato e Secca di Amendolara (che fanno tutti parte dell’Ente Parchi Marini Calabria). 
Tramite i Protocolli, le Amministrazioni comunali e gli Enti parco si impegnano a promuovere una gestione responsabile delle spiagge, potenziali aree di nidificazione per questi animali. Nello specifico, verrà favorita la pulizia manuale dei litorali, evitando gli interventi di spianamento delle dune.
Non solo, saranno previste attività di informazione rivolte ai gestori degli stabilimenti balneari sul valore e i vantaggi di adottare adeguate misure per una gestione consapevole.
Più in generale, verrà garantito il rispetto della normativa vigente a tutela del mare e degli ambienti costieri, come ad esempio il divieto di sosta e transito sulle spiagge dei mezzi a motore, l’accensione di fuochi o falò, l’abbandono di rifiuti (mediante adeguato posizionamento di isole ecologiche), che rappresentano anche una grave minaccia per la vegetazione dunale e un pericolo per la nidificazione/schiusa delle tartarughe marine.
Tra i punti dell’accordo c’è anche la riduzione delle luci notturne. Infatti, un’illuminazione eccessiva può infastidire le tartarughe marine e interferire con il loro comportamento di nidificazione, anche disorientando i nuovi nati e farli andare nella direzione contraria rispetto a quella che dovrebbero seguire.
Non solo, le Aree Protette si impegnano anche a svolgere attività di monitoraggio per identificare eventuali nidi e metterli in sicurezza fino all’entrata in acqua dei piccoli.
Un accordo biunivoco, in cui Legambiente si impegna a realizzare, in collaborazione con i referenti territoriali del Progetto Life Turtlenest, attività di carattere scientifico, culturale e formativo inerenti la tutela delle tartarughe marine e della biodiversità marina in generale.
L’associazione ambientalista, inoltre, offre la possibilità di segnalare la presenza di tracce di tartaruga marina o di nidi o di schiuse al servizio SOS Tartarughe Marine di Legambiente (+39 3492100989).
Non solo, l’associazione consegna una bandiera da esporre a dimostrazione dell’impegno assunto per proteggere questi straordinari animali simbolo della biodiversità marina.
Naturalmente, nel caso in cui il contraente non dovesse rispettare l’impegno preso, Legambiente si riserva la facoltà di ritirare il riconoscimento.
 “I Comuni e le Aree protette in cui la tartaruga marina è nidificante o potenzialmente nidificante, hanno un ruolo fondamentale per mantenere la specie nel suo attuale stato di conservazione se non, addirittura, contribuire a migliorarlo – commenta Stefano Di Marco, project manager del progetto europeo “Life Turtlenest”.
Inoltre, le Caretta c. sono particolarmente importanti anche dal punto di vista socio-economico nell’ambito di una strategia di sviluppo del territorio che coniughi le esigenze di tutela delle risorse naturali con la realizzazione di attività economiche sostenibili e rispettose degli equilibri ambientali”.
Crescono quindi le località sicure per nidificare, ma l’obiettivo è coinvolgere tutte le spiagge del Belpaese. Per aderire basta scrivere una mail a g.sciacca@legambiente.it
Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione.
Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; Beta Technological Centre (UVic-UCC); Enci; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana.
Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.