COSENZA – «Sono sbagliati i tempi e i modi di questa fusione che coinvolge le città di Cosenza, Rende e Castrolibero. Si tratta dell’ennesima forzatura istituzionale del centrodestra regionale che continua a portare avanti un modus operandi inaccettabile».
Così Davide Tavernse, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Calabria.
«Basti pensare che su questa legge, approvata di notte e dai soli consiglieri di maggioranza nel calderone di una legge omnibus, – aggiunge – insieme al collega Lo Schiavo abbiamo presentato una proposta di legge che non è stata neanche presa in considerazione.
A dimostrazione del senso che questo esecutivo ha del concetto di democrazia.
Ed è proprio sul concetto più profondo di democrazia partecipata, quale espressione del voto popolare, che si basava la nostra proposta di legge, partendo proprio dalla richiesta di modifica del referendum che tenesse in considerazione i voti dei cittadini dei singoli comuni e non consultivo sul totale degli abitanti coinvolti.
Abbiamo anche chiesto il coinvolgimento dei Consigli dei tre Comuni nell’esprimere un parere sulla legge regionale attraverso una delibera ad hoc e la realizzazione di uno Studio di fattibilità degno di questo nome, considerando quello commissionato dalla sola maggioranza come un documento che non dà risposte.
Detto questo è bene chiarire perché domani in Consiglio non voterò contro questa legge, ma esprimerò un voto di astensione. Primariamente e politicamente come Movimento 5 Stelle non siamo contrari alle fusioni dei comuni. Anzi, con alcuni presupposti che riguardano la prossimità, siamo assolutamente favorevoli a questo tipo di matrimonio.
Nel caso specifico gli abitanti delle città di Cosenza, Rende e Castrolibero formano già oggi una grande comunità, il cui territorio offre opportunità e servizi non solo alla provincia ma anche alla regione tutta.
Ma per portare a termine le fusioni devono essere rispettati alcuni requisiti, devono essere programmati alcuni passaggi pratici e burocratici e, soprattutto, deve essere coinvolta la popolazione perché la trasformazione urbana non può essere vissuta come un’annessione di una realtà sull’altra, ma come una opportunità di crescita non solo economica ma anche storica, culturale, identitaria.
Passaggi preliminari che in questo caso non sono stati attuati e che mi porteranno al voto di astensione per bocciare un metodo che reputo sbagliato e pericoloso per la democrazia.
In ultimo, ma non per importanza, mi asterrò per mettere in evidenza anche l’incoerenza del centrodestra sul tema dei referendum: da una parte ha fretta di indire questo referendum sulla fusione, dall’altra si oppone e fa ostruzionismo sulla richiesta di referendum sull’autonomia differenziata».