CROTONE – Il Comitato “Fuori i veleni – Crotone vuole vivere”, in questi mesi «ha avanzato precise proposte per impedire che si consumi sulle spalle dei crotonesi un inganno attraverso un’operazione per consentire ad Eni Rewind di lasciare i rifiuti pericolosi, tossici e radioattivi, nella nostra città».
Alla viglia del Consiglio Regionale del 26 luglio scorso, «con una lettera al Presidente Occhiuto e a tutti i Consiglieri Regionali abbiamo formalizzato richiesta per una sostanziale modifica del Piano Regionale dei Rifiuti approvato lo scorso 12 marzo 2024».
Quel Piano «costituisce il viatico per consentire ad Eni Rewind, e non solo, di realizzare quanto è stato sinora impedito. Infatti, i paragrafi 32.1 e 32.2 del Piano sono stati concepiti ed approvati come un abito su misura per spalancare le porte ad operazioni di falsa bonifica con lauti profitti sulla pelle dei cittadini esposti ad elevato rischio di patologie oncologiche e degenerative, così come evidenziato dal “Rapporto Sentieri” e da ulteriori studi e pareri di autorevoli personalità del mondo scientifico».
Di fronte «alle nostre precise e motivate richieste ci saremmo aspettati un approfondimento di merito, attraverso un confronto serio, come la delicatezza del tema avrebbe richiesto. Bisogna purtroppo prendere atto che la Giunta Regionale guidata dal Presidente Occhiuto ha scelto di non affrontare la sostanza delle osservazioni da noi avanzate al nuovo Piano, scegliendo di apportare una modifica che, seppur apprezzabile, risulta risibile e assolutamente inadeguata considerato che di fatto non cambia le parti del Piano costruite come un abito su misura per favorire oggettivamente gli interessi di grandi gruppi imprenditoriali a danno del territorio».
Bisogna anche dire che «il Consiglio Regionale ha perso un’importante occasione per dimostrare la dovuta attenzione e sensibilità nei confronti di una città e di un territorio che, seppur privo di diretta rappresentanza in quella sede, avrebbe meritato ascolto ed una attenta valutazione delle motivate preoccupazioni, evidenziate anche formalmente dal Comitato attraverso l’istanza prima richiamata».
Malgrado tutto «vogliamo ancora credere e sperare che l’autonomia delle Istituzioni rappresentative non sia piegata ai voleri di potenti lobby e gruppi di interesse. Di fronte a tutto ciò risultano meramente propagandistici e fuorvianti i commenti del Presidente Occhiuto dopo le irrisorie modifiche apportate al suo Piano dei Rifiuti approvato il 12 marzo scorso. Un evidente tentativo di spostare l’attenzione dalle questioni di sostanza che avrebbero meritato, queste sì, adeguate modifiche del Piano che se apportate non avrebbero favorito le dichiarate aspettative di Eni Rewind».
Ancor più gravi «e inappropriati risultano i toni trionfalistici del Sindaco di Crotone Voce. Al contrario di quanto dichiarato dal Presidente Occhiuto, con il plauso del Sindaco Voce, si può tranquillamente affermare che, anche dopo quanto approvato dal Consiglio Regionale il 26 luglio scorso, nel territorio di Crotone sono possibili discariche di scopo: operazioni di profitto dannose e nocive per la salute dei cittadini».
La conferma non ha tardato ad arrivare. «È di ieri la notizia diffusa dalla stampa di un incontro promosso dal Commissario Gen. Errigo alla presenza del Sindaco Voce, del Presidente della Provincia e di altri rappresentanti istituzionali, nel corso del quale il Commissario ha prospettato la possibilità di realizzare una discarica di scopo nel nostro territorio come soluzione ai problemi della bonifica del SIN. Detta discarica a dire del Commissario, sarebbe realizzata a totale carico di ENI. Bontà sua! È evidente che ENI, in tal caso, a fronte di guadagni miliardari determinati dal mancato spostamento dei veleni fuori da Crotone e dalla Calabria, sarebbe ben lieta di farsi carico (si fa per dire) di cotal sacrificio».
Di fronte a questo «sconfortante quadro è davvero inquietante il disegno che emerge e che si tenta di consumare a danno della nostra comunità. Bisogna dire che per mandare in porto lo scellerato disegno di lasciare i veleni a Crotone rimane ancora in vita un ultimo ostacolo che non sarà semplice rimuovere. Ci riferiamo al PAUR (Piano Autorizzativo Unico Regionale) assunto dalla Regione il 2 agosto 2019. Uno strumento questo, supportato dai pareri degli istituti scientifici, che impone ad ENI una reale bonifica del SIN, obbligandola a portare i rifiuti speciali pericolosi (veleni e sostanze radioattive) fuori dalla Calabria».
Uno strumento che «è stato determinante per la Conferenza dei Servizi decisoria del 24 ottobre 2019 sulla cui base è stato emanato il Decreto Ministeriale N° 7 del 3 marzo 2020 con l’approvazione del POB (Piano Operativo di Bonifica) fase 2. Chi si assumerà la responsabilità di modificare o rimuovere detto PAUR? Quali sono le novità e cos’è cambiato rispetto alle valutazioni scientifiche di allora? I contenuti e gli obblighi del POB fase 2 sono stati disattesi da ENI Rewind con precise responsabilità in relazione alla mancata bonifica».
La disponibilità di discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi (Tenorm e Norm) «è stata volutamente ignorata da Eni Rewind come si evince dalle relazioni presentate da ISIN – Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione – e ISPRA fornite alla Conferenza dei Servizi del 4 maggio e del 26 giugno ultimi scorsi. Lo stesso rapporto del Comando Unità Forestali, Ambientali ed Agroalimentari Carabinieri fornito al Commissario Errigo conferma sostanzialmente quanto da noi sostenuto. Basta leggere la puntuale nota a firma del Generale D. Michele Sirimarco del 24 giugno 2024».
In particolare al punto 3 di detto rapporto si afferma: «“Non si hanno informazioni da fornire su:
modalità di smaltimento dei rifiuti pericolosi con TENORM (normato dal decreto legislativo n° 36/2003 e s.m.i.); individuazione del requisito della “autorizzabilità” delle discariche individuate, come richiesto dal Commissario, in quanto si ritiene che lo stesso sia un elemento che afferisca al processo decisionale attribuito alle Autorità Amministrative, competenti al rilascio delle autorizzazioni del tipo di quelle in parola”. La verità è che si sta facendo un gioco pericoloso sulla pelle dei crotonesi e della Città di Crotone».
Un gioco «sporco che non può essere occultato da frasi ad effetto e da propaganda mediatica. Quello che conta sono i fatti: finora non è stato possibile ad Eni Rewind avere mani libere per imporre il proprio piano di bonifica lasciando i veleni a Crotone. Da qualche mese è in atto più che un tentativo di rimuovere ogni vincolo e regola a salvaguardia dell’ambiente e a tutela della salute».
Il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” è nato con il preciso scopo di «difendere la Città e tutelare la salute dei crotonesi. Non a caso è costituito da persone di diverso orientamento politico e culturale, unite da un obiettivo e da un interesse comune. Su questo saranno misurate le Istituzioni e giudicate le rappresentanze ad ogni livello. In primo luogo politico, ma anche morale ed etico. Quanti rappresentano il popolo per suo mandato elettivo non possono tradire la fiducia ed il compito che gli è stato conferito: difendere e tutelare il bene comune».
Infine: «Per quanto ci riguarda continueremo a batterci contro ogni tentativo, palese o mascherato che sia, di condannare Crotone a “terra dei veleni”. Sarebbe un crimine inaccettabile, un handicap per il nostro futuro e per i nostri figli. Una vergogna e una macchia indelebile per quanti esercitano funzioni istituzionali e si professano “Classe dirigente” di questa Città e della Regione».
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