L'Università di Catanzaro

CATANZARO – «Ora l’opera è stata completata. Fino a due anni fa chi voleva studiare medicina in Calabria doveva per forza iscriversi a Catanzaro. Da oggi potrà farlo anche a Cosenza e a Crotone. A Reggio Calabria aumenta la spinta per avere anche in riva allo Stretto una facoltà di medicina. E’ di pochi giorni fa la notizia della delibera all’unanimità del Consiglio Comunale reggino che ha ufficializzato la richiesta. Non vedo perché, a questo punto, anche Vibo Valentia non possa avere una sua facoltà di medicina».
Sono le parole del consigliere comunale Antonio Corsi.
In Calabria avremo, quindi «ben quattro facoltà di medicina per una popolazione di meno di due milioni di abitanti. Con questo rapporto, la Campania, che ha sei milioni di abitanti, dovrebbe averne dodici».
E, ancora: «Non sono così ingenuo da pensare che l’UMG di Catanzaro abbia assistito inerme a questo spacchettamento della facoltà di medicina che mi ricorda tanto la tripartizione della Provincia. Se non è stata vittima di questo piano diabolico, vuol dire che la nostra università è stata complice».
Il consigliere Corsi, quindi, si chiede: «cosa ha ottenuto l’UMG in cambio della sua “generosità”, dall’avere cioè ceduto al migliore offerente il suo gioiello più pregiato? Nulla, credo. L’operazione sarebbe stata comprensibile se, parallelamente, si fossero aperti a Catanzaro corsi di laurea in ingegneria o in architettura, ma così non è stato. Unical si tiene ben stretta la sua facoltà di ingegneria».
Infine: «Finiamola di chiederci perché Unical è la prima università italiana secondo il Censis e l’UMG l’ultima. Il rettore Cuda dovrebbe, invece di trovare deboli scuse come il fatto che la facoltà di Crotone dipenderà amministrativamente da Catanzaro, spiegare alla Città perché il primato della nostra facoltà di medicina è stato disintegrato nel giro di qualche anno».
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