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Gdf, generale di brigata originario di Paola neo comandante del Nucleo Anticorruzione di Roma (FOTO)

Dopo 3 anni, il generale di brigata Giovanni Salerno, calabrese, originario di Paola, lascia la guida del Comando Provinciale di Venezia per assumere un altro prestigioso incarico

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VENEZIA – Dopo 3 anni, il generale di brigata Giovanni Salerno, calabrese, originario di Paola, lascia la guida del Comando Provinciale di Venezia (al suo posto subentra il Generale di Brigata Michele Bosco), per assumere il nuovo prestigioso incarico di Comandante del Nucleo Speciale Anticorruzione con sede a Roma.

Il passaggio di consegne si è svolto ieri a Venezia, in una cerimonia interna presso la sede di Mestre del Comando Provinciale, alla presenza del Comandante Regionale Veneto, Generale di Divisione Riccardo Rapanotti, di tutti i Comandanti di Reparto e di una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia.

Il generale Salerno, destinato al comando del nucleo speciale anticorruzione di Roma, ha sintetizzato i risultati raggiunti negli ultimi tre anni.

«Ci siamo sforzati di dare un quid plurisoggettivo sulla realtà veneziana – ha detto -, e questo spiega la grande attenzione che abbiamo prestato al fenomeno dell’over tourism», ha dichiarato, come riportato da VeneziaToday.

Nel ricordare l’azione svolta a contrasto di abusivismo commerciale, la lotta alla contraffazione e a tutela del made in Italy, ha ribadito l’importanza dell’iniziativa svolta in sinergia con la polizia locale lagunare in materia di locazione turistica, uno dei temi centrali «sui quali si giocherà il futuro della città».

L’ex comandante ha quindi ricordato «il grande lavoro fatto a tutela della spesa pubblica, nell’individuazione e segnalazione di percezione illecita di finanziamenti», e l’attenzione ai reati legati ai bonus edilizi: «nella sola provincia di Venezia – ha precisato -, negli ultimi tre anni, tre miliardi di euro di crediti fiscali sono stati usati per compensazioni indebite».

Non è mancato un accenno al «lavoro straordinario» sul sommerso da lavoro, che ha portato all’individuazione di 500 lavoratori in nero nei soli controlli alle attività commerciali del territorio, sia a Venezia che nelle località a forte attrazione turistica lungo il litorale veneziano.