Home Calabria Urge intervento maxillofacciale, ma il Dap nega l’autorizzazione al detenuto

Urge intervento maxillofacciale, ma il Dap nega l’autorizzazione al detenuto

Condannato nell'inchiesta Frontiera, l'amministrazione Penitenziaria nega l’autorizzazione al suo trasferimento presso il carcere di Rossano, in provincia di Cosenza, oppure a Catanzaro per effettuare urgenti cure di impiantistica maxillofacciale

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L'interno di un carcere

CETRARO (Cs) – Negata dall’amministrazione penitenziaria al detenuto P. M. F., rinchiuso nel carcere di Saluzzo (Cuneo), dove sta scontando una pena a 16 anni di reclusione per l’inchiesta antimafia Frontiera, l’autorizzazione al trasferimento in Calabria presso il carcere di Rossano, o della provincia di Cosenza o Catanzaro, per effettuare cure di impiantistica maxillofacciale.

Cure che, oltre ad essere a completo carico del detenuto, non possono essere eseguite presso la struttura sanitaria del carcere.

Per i difensori del detenuto, gli avvocati Giovanni Salzano e Manuela Gasparri, entrambi del Foro di Paola – come emerge dagli atti – l’amministrazione penitenziaria avrebbe messo in atto un «comportamento illegittimo» e per questo motivo hanno presentato ricorso al magistrato di sorveglianza.  

Nel ricorso i due avvocati fanno presente che P. M. F. durante un trasferimento temporaneo per colloqui familiari presso il carcere di Rossano ha inoltrato domanda di trasferimento definitivo al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Nella domanda al Dap sono state ampiamente documentate le motivazioni familiari conformi ai requisiti richiesti, risultate aggravate dalla mancata possibile fruizione di un permesso di necessità, prima concesso e poi considerato nullo, stante il ritorno del detenuto presso la casa di reclusione di Saluzzo.

Nell’istanza, oltre a tutte le ragioni rappresentate dal detenuto e nel sollecito effettuato in data 23 maggio 2024, è emersa una seria problematica di salute odontoiatrica, attestata dall’area sanitaria del carcere di Saluzzo.

P. M. F, infatti, necessita di particolari cure di impiantistica maxillofacciale, a sue spese, che non possono essere effettuate presso la struttura sanitaria del carcere.

Il detenuto può usufruire dell’intervento del proprio medico specialista di fiducia in prossimità del luogo di residenza e comunque tra la provincia di Cosenza e di Catanzaro.

Il Dap in data 30 luglio 2024 ha rigettato la domanda di trasferimento definitivo perché il detenuto ha già usufruito dell’avvicinamento di un mese per colloqui.

Per gli avvocati Salzano e Gasparri i motivi familiari e di salute che hanno portato alla richiesta del proprio assistito trovano riscontro e fondamento nell’ordinamento penitenziario e nella Costituzione.

Parte integrante del trattamento penitenziario è garantire i rapporti tra il detenuto e la propria famiglia di origine al fine del reinserimento. L’immotivato parere espresso dal Dap per i due legali è lesivo dei diritti del detenuto sanciti dalla Costituzione e dall’Ordinamento penitenziario.

Nel ricorso, inoltrato al magistrato di sorveglianza, gli avvocati Salzano e Gasparri hanno chiesto il suo intervento al fine del ripristino della legalità, nel rispetto dei diritti del detenuto, consentendo il trasferimento definitivo presso la casa di reclusione di Rossano, o presso altra struttura calabrese (Cosenza, Catanzaro, Palmi) ritenuta idonea al fine della tutela del suoi diritti riconosciuti o, in subordine, un trasferimento temporaneo al fine della predisposizione delle cure necessarie.

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it