AMANTEA (CS) – La conferenza indetta dai sindaci dell’Ats 3 per evidenziare il proprio punto di vista rispetto alle posizioni espresse nei giorni scorsi dal primo cittadino di Amantea Vincenzo Pellegrino – CONCLUSA DA POCO ha mostrato, ancora una volta, un agire coeso rivolto ad una gestione collegiale e condivisa dell’Ambito.

L’obiettivo dei comuni, per come manifestato nel corso dell’incontro che ha avuto luogo presso il Mediterraneo Palace Hotel di Amantea, è «evitare forme di personalismo che potrebbero minare lo spirito di servizio e collaborativo dello stesso Ambito».

Sono emersi, per come spiegato in forma congiunta Luca Lepore (Aiello Calabro), Antonio Costabile (Longobardi), Gioacchino Lorelli (San Pietro in Amantea), Enzo Scanga (Lago), Roberto Veltri (Belmonte Calabro), Antonio Cuglietta (Serra Aiello), Carmine Bruno (Fimefreddo Bruzio), Armando Bossio (Cleto) «degli elementi chiari e imprescindibili. Abbiamo organizzato questo incontro non per andare contro la comunità di Amantea, ma per rafforzare il valore del rispetto e della collaborazione, nella consapevolezza che nella gestione dell’Ambito uno vale uno».

Un elemento che «indica la necessità di dare e pretendere rispetto nelle diverse fasi gestionali delle attività connesse all’Ambito. Nessuno di noi ha scippato nulla al Comune di Amantea. Chi conosce i fatti lo sa benissimo. Nessuno degli otto comuni ha mai denigrato o screditato Amantea e gli amanteani. I rapporti istituzionali sono stati sempre improntati a vicendevole stima e reciproco rispetto».

Tutta la disputa pare si stia concentrando «su dove deve stare l’Ufficio di Piano. Dal 2019 l’Ufficio di piano si trova a San Pietro in Amantea per libera e autonoma scelta dei nove sindaci dell’Ambito. Questo per dire che non se né mai fatta una questione di principio, consapevoli che si deve trattare di scelte condivise e non imposte. Le scelte riguardano, con pari dignità, tutti e nove i comuni e tutti hanno il diritto di decidere dove deve stare l’Ufficio di piano, così come tutti, piaccia o non piaccia al sindaco di Amantea, devono decidere chi deve assolvere alla funzione di capofila».

Perché, è bene dirlo in modo risoluto, «essere capofila non è una investitura divina, ma dovrebbe essere una scelta dovuta al merito. La vetta è una conquista non un regalo. Purtroppo Amantea tra i nove è quello che lo merita di meno. I fondi sociali sono tutti dello stato, non del bilancio dei comuni e vengono assegnati non in base alla simpatia del sindaco, ma in base agli abitanti, perché si presume che i bisogni siano correlati e dunque proporzionati alla popolazione».

Dopo quattro anni «qual è il merito che ha avuto l’amministrazione di Amantea in materia di servizi sociali per potere dire “io voglio, io pretendo”. Amantea del suo bilancio non ha mai versato un centesimo. Versa ciò che lo stato gli eroga. Se non fossero intervenuti “i piccoli comuni” nel luglio del 2018, a cinque mesi dalla scadenza del triennio 2016/18, si sarebbero perduti i fondi del PON per 750 mila euro. A giugno 2017 la dottoressa Maria Concetta Zagordo rinuncia a fare parte dell’Ufficio di piano».

Si cerca un responsabile «che viene individuato, in assenza di altri nomi provenienti dal Comune di Amantea, in un funzionario del comune di Longobardi. Questa nomina non risolve le problematiche, tanto che tra aprile e maggio del 2018, Amantea alza bandiera bianca».

A fine luglio 2018 (cinque mesi dalla scadenza PON), «su proposta degli otto comuni, nominato all’unanimità, arriva all’Ufficio di piano il dott. Fedele Vena. Arriva e trova questo benedetto PON in scadenza, si comincia a lavorare seriamente ed i piccoli comuni mettono a disposizione tutte le loro risorse con Amantea che resta in silenzio».

Si bandiscono «i concorsi, si prende il personale e a gennaio 2020 si pubblicano i bandi per i tirocini di inclusione, ben 110. Si arriva così a giugno del 2022 lavorando seriamente, raggiungendo risultati, salendo con lavoro, serietà e professionalità di tutti, nella scala degli ATS più efficienti».

Da giugno 2022 arriva la giunta Pellegrino «che pensa di potere dividere la storia di Amantea e del mondo tra prima del giugno 2022 e dopo il giugno 2022, ma i servizi sociali non sono né cosa, nè casa sua, ma di tutti i nove comuni ed è dunque lecito e doveroso metterci il naso. La verità dei fatti è che questa differenza tra prima del giugno 2022 e dopo il giugno 2022 non si è vista».

Perché Amantea «non c’è stata prima non c’è stata dopo. E non bastano quattro stanze disadorne, senza nulla dentro per dire che l’ufficio deve essere ad Amantea. Basterebbe la perdita dell’HCP, oltre 3 milioni di euro, per dire che Amantea non ha titoli a pretendere ciò che chiede. Ma si possono aggiungere tante altre cose come il “PAC Infanzia Rafforzamento”, la perdita del “Fondo 0/6 annualità 2023”, per non averla voluta dirottare su Cleto».

Per non parlare «di una somma di 163 mila euro del fondo povertà che non risulta essere stata programmata o destinata. Crediamo nella democrazia del confronto e del dialogo, nel capitale umano ed esperienziale che rendono alcuni apparati statali unici e funzionali. Elementi che fino a poco tempo addietro erano ben presenti soprattutto ad Amantea, ma che ora sembrano dissolti. Siamo qui pronti a discutere ed adoperarci per il bene comune di tutti, le barricate le lasciamo a chi antepone l’io al noi».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it