COSENZA – Primo caso di febbre del Nilo occidentale in provincia di Cosenza.

A parlarne è stato il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo: «C’è stato un caso di infezione all’uomo in provincia di Cosenza, un paziente di 85 anni che non avrebbe viaggiato all’Estero e si sarebbe infettato a livello locale».

A seguito di questo contagio «abbiamo monitorato la zona e piazzato delle trappole per zanzare, i vettori della malattia, nelle vicinanze dell’abitazione del soggetto, andando a catturare pochi esemplari e questo ci fa stare tranquilli perché la percentuale di rischio è bassa. L’ultimo monitoraggio è stato effettuato proprio ieri e posso affermare che i vettori non risultano in numero preoccupante. La situazione si può considerare sotto controllo ma in continuo monitoraggio. Stiamo attuando altre misure preventive sui donatori del sangue».

Ad ogni modo, per evitare che il Wnv si diffonda, il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza ha riferito di «tutta una serie di attività di sorveglianza veterinaria, fornendo informazioni agli allevatori – che possono contare su un vaccino per i cavalli – ed ai comuni che dovrebbero attuare campagne di disinfestazione che, però, spesso non eseguono». 

La Regione Calabria l’altro ieri si è dotata di un “Piano di Sorveglianza e risposta ai virus della West Nile e Usutu” vistato dal commissari ad acta, Roberto Occhiuto. E, secondo i dati in possesso della Regione, le aree classificate ad alto rischio sono le province di Cosenza e Crotone. A basso rischio sono considerate le province di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia dove il Wnv von ha mai circolato, ma le cui caratteristiche eco-climatiche sono favorevoli per la circolazione virale.