COSENZA – Chiesto il rinvio a giudizio per il presidente di Confidi Calabria, Pasquale Nigro, accusato di bancarotta fraudolenta.
Il Tribunale di Cosenza ha disposto l’udienza preliminare per il prossimo 26 novembre. L’attuale presidente di Confidi è coinvolto in un’inchiesta della Procura di Cosenza in qualità di amministratore di una società poi fallita.
L’inchiesta è partita dalla denuncia dei soci che, legati anche da un rapporto di amicizia con Nigro, avevano deciso di fare insieme una società per aprire dei punti di ristoro in tutta Italia.
Dopo un pò di tempo, questi ultimi si sono accorti che in realtà non c’erano documenti ufficiali di tipo economico come fatture etc. In seguito, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati forniti dall’indagato documenti contabili falsi.
Nell’ambito delle indagini era stato disposto anche il sequestro preventivo della somma di 44.769 euro di cui 24.949 quale profitto del reato di bancarotta e 19.820 quale profitto del reato di peculato.
Il Tribunale di Cosenza aveva accolto parzialmente la richiesta di Riesame avanzata dalla difesa di Nigro, rappresentata dall’avvocato Amelia Ferrari disponendo la restituzione di una parte delle somme sequestrate.
Le indagini sono proseguite e la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Nigro, le persone offese sono rappresentate dall’avvocato Vincenzo Adamo.
LA REPLICA DI PASQUALE NIGRO
(…) i fatti narrati non corrispondono a quanto realmente accaduto, quanto pure non interessano la carica di Presidente che lo scrivente ricopre in Confidi Calabria (…)
(…) i fatti sono relativi all’anno 2014 (periodo in cui rivestivo altro ruolo in altra società) e non sono riconducibili in alcun modo al mio ruolo di Presidente di Confidi Calabria, fatti che la Magistratura ha avuto modo di esaminare e che hanno portato sempre e comunque alla archiviazione “motivata” a mio favore del fatto denunciato;
Preciso che la società cui faccio riferimento sopra, oggetto della vicenda in questione, è stata dichiarata fallita con sentenza n 9/2021 dal Tribunale di Cosenza e che alla data della predetta dichiarazione di fallimento il sottoscritto non era più amministratore p.t.: altra circostanza che denota la errata ricostruzione della vicenda.
Faccio presente, inoltre, che ad oggi non è mai stata emessa alcuna sentenza di condanna a mio nome, né in sede penale, né in sede civile (…): “un provvedimento di rinvio a giudizio non vuol significare necessariamente condanna” ed il diritto di difesa è disciplinato dal nostro ordinamento anche per far fronte a situazioni errate in toto, come quella che mi è stata attribuita.
(…) il ruolo di Presidente Condifi Calabria, ricoperto dallo scrivente è sinonimo di garanzia di gestione per la clientela che si affida integralmente alla struttura che rappresento, e tale deve restare. (…)