Enzo Scalise

CATANZARO – La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia continua la raccolta firme per il referendum abrogativo della Legge sull’Autonomia differenziata e, domani – sabato 14 settembre – si mobilita per il “Firma Day”: una giornata in cui saranno allestiti banchetti a Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Lamezia Terme per proseguire il confronto con la collettività sugli effetti e le ricadute negative che l’entrata in vigore della legge Calderoli avrebbe sul Sud del Paese in generale, e soprattutto in Calabria.

I banchetti saranno allestiti nei seguenti luoghi e orari:

  • Catanzaro, alle 18:00 nei Giardini Nicholas Green;
  • Lamezia Terme, dalle 18:00 alle 22:00 su Corso Nicotera;
  • Crotone, dalle 18:00 alle 22:00 sul lungomare;
  • Vibo Valentia, dalle 9:00 alle 12:00 su Corso Emanuele III.

Il segretario generale della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese, sottolinea come la legge in discussione potrebbe amplificare ulteriormente le già profonde disuguaglianze economiche tra le regioni italiane. «Secondo i dati recenti elaborati dall’ufficio studi della Cgia, la retribuzione media annua lorda dei lavoratori dipendenti in Lombardia è di 28.354 euro, mentre in Calabria si attesta a soli 14.960 euro – spiega Scalese. Questa differenza supera il 50% e colloca la Calabria all’ultimo posto nella classifica nazionale dei salari medi. Le disparità retributive tra le diverse regioni italiane sono un problema storico che, se non affrontato adeguatamente, rischia di essere aggravato dall’Autonomia differenziata», afferma Scalese.

Un confronto più dettagliato evidenzia ulteriormente il divario esistente: «i lavoratori del Nord guadagnano mediamente 101 euro al giorno, mentre quelli del Sud percepiscono 75 euro, con una differenza del 35%. Questo gap non è solo il risultato di differenze nel costo della vita, ma è principalmente legato alla produttività del lavoro, che al Nord è superiore del 34% rispetto al Sud. L’autonomia differenziata quindi potrebbe peggiorare una situazione già critica», aggiunge Scalese, che pone l’accento anche sul ritardo nel rinnovo dei contratti, che «contribuisce a mantenere le disuguaglianze esistenti e rende ancora più urgente una riforma equa».

Le differenze salariali tra le città del Nord e del Sud sono altrettanto evidenti. «Milano, ad esempio, ha una retribuzione media annua di 32.472 euro, mentre le province calabresi, come Catanzaro e Reggio Calabria, si collocano agli ultimi posti della classifica. Questo divario retributivo rende difficoltoso il recupero economico e sociale del Mezzogiorno e la legge sull’Autonomia differenziata potrebbe solo aggravare questa situazione. Solo attraverso una forte mobilitazione possiamo sperare di contrastare le leggi che rischiano di amplificare le disuguaglianze e garantire un futuro migliore per tutte le regioni italiane», conclude Scalese.

stefaniasapienza@calabriainchieste.it