Home Attualità Corruzione e finanziamento illecito, l’ex governatore Toti vuole patteggiare due anni

Corruzione e finanziamento illecito, l’ex governatore Toti vuole patteggiare due anni

La pena che Toti patteggia con la procura verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell'accordo prevista anche l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro

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GENOVA – Nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha sconvolto la Liguria, l’ex governatore Giovanni Toti (https://www.calabriainchieste.it/2024/05/07/corruzione-arresti-domiciliari-per-giovanni-toti-ha-agevolato-la-mafia/), a su tempo arrestato e poi dimessosi (https://www.calabriainchieste.it/2024/07/26/liguria-giovanni-toti-ha-dato-le-dimissioni-da-governatore/), ha trovato l’accordo con la procura per patteggiare due anni e un mese. Adesso la decisione spetterà al gup che dovrà fissare una udienza.

La pena che Toti patteggia con la procura verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell’accordo tra i pm e l’avvocato Stefano Savi prevista anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro. I reati patteggiati sono corruzione impropria e finanziamento illecito.

«Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte», commenta Giovanni Toti.

«Resta quel reato “di contesto” definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni» prosegue l’ex governatore.

Patteggiamento concordato con la procura anche per l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini. I suoi legali hanno concordato con la procura una pena di tre anni e cinque mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro oltre all’interdizione temporanea dai pubblici uffici.

Anche in questo caso sarà il giudice per l’udienza preliminare ad accogliere la richiesta.