POTENZA – Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, il Tribunale Distrettuale di Potenza, Sezione Misure di Prevenzione ha prima emesso il sequestro finalizzato alla confisca di un’impresa boschiva di Pignola e di un buono fruttifero, beni che l’Autorità Giudiziaria ha considerato essere nella effettiva disponibilità di Saverio Riviezzi, 59 anni, di Pignola, ritenuto il capo dell’omonimo sodalizio che, sulla base degli indizi raccolti, seppure operante nella provincia di Potenza, sarebbe legato alla criminalità calabrese e campana.
Il sequestro, oggetto della attuale convalida, è stato disposto dal Tribunale nell’ambito di un procedimento di prevenzione all’esito di un’approfondita attività investigativa che la DDA di Potenza aveva delegato al G.l.C.O. della Guardia di Finanza.
In tale indagine sono stati ricostruiti i valori patrimoniali e finanziari nella effettiva disponibilità di Saverio Riviezzi e documentata la sua “pericolosità sociale qualificata’, ai sensi del Codice Antimafia, in relazione ad arco di tempo di oltre 20 anni.
Tale pericolosità era stata da ultimo confermata da una sentenza (ancora non definitiva) di condanna, in primo grado, alla pena di 30 anni di reclusione, emessa da Tribunale Collegiale di Potenza, sulla base dei plurimi elementi acquisiti, attestanti l’elevatissimo spesso recriminale di Saverio Riviezzi quale vertice di una consorteria criminosa attiva nel settore del narcotraffico internazionale
Le indagini di tipo economico-patrimoniale delegate alla GdF, sono state svolte non solo nei confronti di Riviezzi, ma come per legge, anche nei confronti di tutti i componenti del suo nucleo familiare.
Al fine di documentare l’origine del patrimonio accumulato è stata analizzata documentazione a partire dal 1997. I preliminari elementi informativi acquisiti sono stati, poi, oggetto di ulteriori riscontri, all’esito dei quali è stata rilevata una significativa sproporzione tra i modesti redditi ufficiali dichiarati ed il valore delle consistenze economiche e patrimoniali nella effettiva disponibilità di Saverio Riviezzi.
Il valore complessivo dell’impresa boschiva, situata a Pignola, costituita da mezzi da lavoro, macchine forestali e “soprassuoli boscati” e del buono fruttifero, dei quali è stato convalidato il sequestro ammonta a circa 200mila euro.
Nel corso delle successive fasi del procedimento di prevenzione, il “prevenuto” Saverio Riviezzi potrà documentare l’origine lecita del patrimonio e la sua congruità rispetto ai redditi dichiarati, anche dai propri familiari.
Si sottolinea, infine, che la Direzione Distrettuale Antimafia, in pieno accordo con la Guardia di Finanza, ritiene che l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali previste dalla normativa antimafia costituisca il più efficace strumento nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, poiché, sul piano patrimoniale, incide – frustrandola – sulla finalità ultima dell’attività criminale : accumulare illecitamente ricchezza. E ciò senza contare che sequestro e confisca di patrimoni illecitamente accumualti impediscono che i proventi delle attività delittuose “inquinino” l’economia legale a danno della collettività e soprattutto in danno degli operatori economici onesti che non possono ricorrere a fomre di finanziamento extra-legale.