CATANZARO – «Ci sono i fatti, purtroppo sempre più drammatici, e poi c’è la propaganda del presidente Occhiuto». Con queste parole, la consigliera regionale del Partito Democratico, Amalia Bruni, denuncia l’inaccettabile ritardo nella realizzazione dei posti letto di terapia intensiva e subintensiva in Calabria, programmati durante l’emergenza Covid e previsti dalla legge 34/2020.

La giornata di ieri «ha reso noti i dati ufficiali del governo sull’attivazione dei nuovi posti letto – dichiara Bruni – e, purtroppo, anche in questa delicatissima vicenda la Calabria si distingue come l’ultima della classe. Su 134 posti letto di terapia intensiva ne sono stati attivati solo 24, pari al 18%, mentre sui 136 posti letto di terapia subintensiva ne sono stati realizzati appena 11, corrispondenti all’8%. Questi sono i fatti».

La consigliera Bruni evidenzia come «questi dati siano un segnale allarmante per la sanità calabrese, che continua a registrare un livello critico di inefficienza in settori vitali, nonostante gli annunci propagandistici. «Non c’è angolo del nostro complesso servizio sanitario in cui si veda la luce – continua Bruni – solo proclami e annunci, ma la realtà dei fatti è sempre più drammatica. Chi non ha memoria corta ricorderà bene i giorni tragici del Covid, quando la Calabria ha rischiato di finire in zona rossa proprio per la carenza di posti letto nelle terapie intensive».

Bruni inoltre esprime preoccupazione per il rischio di perdere ulteriori opportunità legate ai fondi del Pnrr. «I posti letto di terapia intensiva – sottolinea la consigliera – sono stati inseriti all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede che entro giugno 2026 le opere siano collaudate. Tuttavia, con questi ritmi, rischiamo di perdere anche questa occasione cruciale».

Concludendo, Amalia Bruni annuncia di aver già predisposto un’interrogazione formale al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per fare chiarezza su questi ritardi inaccettabili: «Presenterò nelle prossime ore un’apposita interrogazione per chiedere spiegazioni sull’intera vicenda, perché i calabresi meritano una sanità efficiente e sicura, non solo parole».

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