REGGIO CALABRIA – Si è tenuta ieri, presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, l’udienza del processo per rito abbreviato scaturito dall‘operazione denominata “Crypto”. Il sostituto procuratore generale Vincenzo Luberto,  ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per gli imputati accusati, tra le altre cose, di appartenere a un’associazione a delinquere dedita al narcotraffico operante in Europa e in Italia.

Pertanto, sono stati chiesti per:

  • Giuseppe Cacciola 20 anni
  • Bruno Pronestì 20 anni
  • Vincenzo Raso 20 anni
  • Domenico Certo 20 anni
  • Nicola Certo 20 anni
  • Francesco Cambria 20 anni
  • Roberto Porcaro 20 anni
  • Francesco Suriano 20 anni
  • Alessio Martello 12 anni
  • Alessandro Scalise 10 anni e 8 mesi
  • William Pati 11 anni e 8 mesi
  • Giampiero Pati 13 anni e 4 mesi
  • Pasquale Giovinazzo 3 anni e 4 mesi
  • Alessandro Marigliano 12 anni
  • Antonio Paletta 10 anni e 8 mesi
  • Gennaro Paletta 10 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Trombetta 11 anni e 4 mesi
  • Giuseppe Battaglia 12 anni e 4 mesi
  • Salvatore Battaglia 2 anni e 8 mesi
  • Francesco Barone chiesti 10 anni e 8 mesi, assolto in primo grado
  • Antonio Gullace 10 anni e 8 mesi
  • Filippo Angelica chiesti 10 anni e 6 mesi, assolto in primo grado
  • Massimiliano Guerra 3 anni
  • Michele Chindamo 10 anni
  • Matteo Mero 10 anni e 8 mesi
  • Massimiliano Mirra 2 anni e 8 mesi
  • Walter Modeo 10 anni e 8 mesi
  • Santa Pitarà 11 anni e 4 mesi
  • Giulio Pizzo 10 anni e 8 mesi
  • Maurizio Pizzo 10 anni e 8 mesi
  • Alessandro Raso 2 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Pescetto 2 anni e 8 mesi
  • Manuel Spagnoli 6 anni e 8 mesi
  • Antonio Stellitano 10 anni e 8 mesi
  • Lorenzo Stellitano 10 anni
  • Alessandro Tallarico 11 anni e 4 mesi
  • Marco Tronuo chiesti 2 anni e 8 mesi, assolto in primo grado
  • Vincenzo Vercey 4 anni
  • Alessandro Villani 10 anni
  • Gianfranco Viola 15 anni e 2 mesi
  • Fabio Vitale 4 anni e 8 mesi
  • Franco Vitale 4 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Vitale 4 anni e 8 mesi
  • Michele Saccotelli 2 anni e 8 mesi
  • Stefano Montagono 11 anni e 4 mesi
  • Massimiliano Mazzanti 7 anni
  • Paolo Cirelli 12 anni
  • Orazio Coco 10 anni e 8 mesi
  • Giorgio La Pietra 2 anni e 8 mesi
  • Carmelo Listro 5 anni
  • Marco Paladino 10 anni
  • Maurizio Caruso 2 anni e 8 mesi
  • Francesco Cavarra 8 anni
  • Simone Pronestì chiesti 6 anni, assolto in primo grado
  • Rocco Cacciola chiesti 3 anni, assolto in primo grado
  • Francesco Varone 10 anni e 8 mesi
  • Rosario Zagame assoluzioneSecondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, lo ricordiamo, sarebbe stata costituita una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, guidata dal gruppo Cacciola-Certo-Pronestì e attiva nella piana di Gioia Tauro, con ramificazioni in Sicilia e, in particolare, nella provincia di Cosenza.

Un ruolo importante, in tal senso, sarebbe stato affidato all’amanteano Francesco Suriano, considerato il promotore della cellula operante nel territorio cosentino. Dalle indagini è emerso che questa struttura riforniva gran parte della provincia, in particolare la città di Cosenza, grazie al legame di Suriano con Roberto Porcaro, reggente della cosca Lanzino – Patitucci di Cosenza.

«Il fulcro centrale di questa associazione – si legge nel provvedimento – era la cellula di Rosarno, guidata dai fratelli Certo, Bruno Pronestì e Giuseppe Cacciola, che, grazie a canali di rifornimento dall’estero (come dimostrano i contatti con Alcantara e gli Stelitano), importava regolarmente ingenti quantità di stupefacenti. Questi venivano trasportati via terra fino a Rosarno e successivamente distribuiti ad altri gruppi criminali operanti in varie aree del Paese, come Amantea, Torino, Catania e Siracusa, per lo smercio nei mercati locali».

Secondo il giudice è stato accertato che Francesco Suriano, proveniente dal territorio cosentino e nipote diretto del presunto boss Tommaso Gentile, aveva approfittato dell’assenza dello zio per consolidare il proprio peso criminale. Sfruttando il vuoto creatosi, aveva costruito una propria rete di approvvigionamento e, in generale, un’organizzazione composta da complici accomunati da interessi legati al traffico di droga, dimostrando un’elevata efficienza e professionalità.