SAN LUCIDO (Cs) – Quel bando è tutto da rifare. Il movimento “San Lucido idee per il Futuro” ha inviato una dettagliata, circostanziata e puntigliosa comunicazione al responsabile del IV settore comunale e al sindaco Cosimo De Tommaso per evidenziare una lunga serie di presunte criticità contenute nel “Bando nuove idee impresa – Fondo comuni marginali”, approvato con determina n. 29 del 7 marzo 2023.
“San Lucido idee per il Futuro”, al contempo, manifesta preoccupazioni inerenti il concreto rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del 30 settembre 2021 (pubblicato in gazzetta ufficiale numero 296 del 14.12.2021).
“L’indicato Dpdm del 30 settembre 2021 – si legge nella comunicazione Pec inviata al Comune – statuisce che San Lucido (nostro malgrado) è stato individuato tra i comuni svantaggiati d’Italia, perché nel nostro paese risultano soddisfatti i criteri di spopolamento, deprivazione sociale e indicatori del reddito delle persone fisiche inferiori alle medie di riferimento”.
Per tali ragioni, il decreto ha destinato dei fondi specifici al fine di realizzare nei comuni svantaggiati i seguenti interventi:
a) adeguamento di immobili appartenenti al patrimonio disponibile da concedere in comodato d’uso gratuito a persone fisiche o giuridiche, con bando pubblico, per l’apertura di attività commerciali, artigianali o professionali per un periodo di cinque anni dalla data risultante dalla dichiarazione di inizio attività;
b) concessione di contributi per l’avvio delle attività commerciali, artigianali e agricole, o per nuove attività economiche regolarmente costituite e iscritte nel registro delle imprese;
c) concessione di contributi a favore di coloro che trasferiscono la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne, a titolo di concorso per le spese di acquisto e di ristrutturazione di immobili da destinare ad abitazione principale del beneficiario.
“In base a tali presupposti – evidenzia ancora “San Lucido idee per il Futuro” – al nostro Comune è stato assegnato un budget annuale di euro 42.899,42 da valere per 3 annualità“.
Il “Bando nuove idee impresa”, tuttavia, presenterebbe forti criticità.
Vediamo quali. “San Lucido idee per il Futuro” elenca le anomalie:
a) È stata scelta come sola opzione il “supportare la nascita di nuove idee di impresa”, quindi ci si è limitati all’intervento di cui alla lettera b) del citato Dpcm, con tutte le conseguenze e le limitazioni normative comportanti tale scelta;
b) All’art. 2 del Bando, rubricato “Stanziamento e misura del contributo”, si afferma che “Per raggiungere le finalità di cui all’art. 1 del presente Bando, il comune prevede uno stanziamento di complessivi € 42.899,42 ripartito in contributi a fondo perduto. Qualora le domande fossero inferiori a quelle previste, il residuo di stanziamento verrà ripartito in modo proporzionale alle idee di progetto inviate”. Sebbene indicato, non risulta però specificato quante domande sono state previste, né tantomeno è stabilito il numero di domande accoglibili. Pertanto, una eventuale ripartizione del residuo di stanziamento sarebbe oggettivamente arbitraria;
c) All’art. 3 del Bando, rubricato “Soggetti beneficiari”, si afferma che “Possono partecipare al presente Bando le persone, con età minima di 18 anni, che in forma individuale o societaria intendono aprire nuove attività professionali, commerciali, agricole e artigiane, entro e non oltre trenta giorni dalla concessione del contributo a fondo perduto”.
Tale previsione pare ultronea e non prevista dal Dpcm del 30 settembre 2021, che al punto b) sopra citato non consente la concessione di contributi per attività economiche (pertanto commerciali, artigianali, professionali o agricole) da costituire, ma solo per attività economiche “regolarmente costituite e iscritte nel registro delle imprese”, mentre, al contrario, consente la concessione di contributi per l’avvio delle attività commerciali, artigianali e agricole (comunque non professionali perché escluse dalla Faq n. 31 al Dpcm 30 settembre 2021) attraverso un’unità operativa ubicata nei territori dei comuni (FAQ n. 14 al Dpcm 30 settembre 2021 “Possono beneficiare del contributo di cui all’articolo 2, comma 2, lettera b), del Dpcm 30/09/2021 le imprese regolarmente costituite e iscritte al registro delle imprese purché intraprendano una “nuova attività economica” dopo la pubblicazione del bando da parte dei Comuni. Per “nuova attività economica” si intende anche l’attivazione di nuovi e ulteriori codici Ateco. Possono beneficiare delle risorse anche le attività già esistenti che avviino una nuova attività economica nei territori dei Comuni di cui all’Allegato B attraverso apposita unità produttiva.I finanziamenti non possono essere erogati in favore delle attività economiche già costituite sul territorio di cui all’Allegato B che si limitino semplicemente a trasferire la propria sede nel medesimo territorio comunale”);
c) All’art. 5 del Bando, rubricato “Spese ammesse”, sono indicate categorie di spesa che non rispondono all’impianto normativo del Dpcm del 30 settembre 2021 di cui alla citata lettera b), in quanto “l’avvio di attività” di cui parla la normativa oggettivamente mal si concilia con voci di spesa quali “acquisto di immobili” (possibile solo nelle ipotesi di cui alla lettera c)), “consulenze ed altri servizi tecnologici e manageriali”, “spese di progettazione e consulenze”, soprattutto se tali spese fossero riferite ad attività artigianali e agricole;
d) All’art. 6 “Istruttoria delle domande”, tra i criteri di valutazione del progetto di impresa viene specificato che “La Commissione avrà a disposizione sino a 50 punti per la valutazione delle idee di impresa redatte ai sensi del bando, da assegnarsi sulla base dei parametri, indicati nella seguente tabella … a) parametri a valutazione tecnico discrezionale (tabella 8.1), per i quali sono a disposizione della Commissione sino a 50 punti” mentre nella Tab.8.1. viene riportato “Parametri a valutazione tecnico-discrezionale (max 40 Punti)”, con un evidente errore di assegnazione massima di punteggio (max 50 punti a disposizione della Commissione, quando il titolo della tabella inerente i parametri di valutazione tecnico- discrezionale indica max 40 punti assegnabili), a meno che i restanti 10 punti non dovrebbero essere assegnati in base una valutazione totalmente discrezionale ad opera della Commissione, previsione ovviamente contraria alle norme di legge;
d) Il Bando non prevede il numero massimo di domande accoglibili, né l’importo massimo del contributo erogabile per ciascuna domanda ammessa. Tale scelta è antitetica rispetto a quella operata da centinaia di altri comuni svantaggiati che hanno pubblicato il bando per il medesimo finanziamento. Per ciò che è affermato nel Bando pubblicato dal nostro Comune, potrebbe accadere che, in presenza di una sola domanda, tutta la somma a disposizione (euro 42.899,42) sarebbe erogata al solo partecipante. Così come potrebbe accadere che, in presenza di due domande, o quattro, o persino dieci domande, tutta la somma a disposizione (euro 42.899,42) sarebbe erogata ad un solo partecipante. Oppure una somma maggiore ad un partecipante, e somme di gran lunga inferiori agli altri partecipanti. È palese che la mancanza di regole certe per i partecipanti pone a rischio il buon esito dell’iniziativa assunta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Riteniamo che le criticità sopra elencate possano comportare problemi ai partecipanti al bando, persino agli eventuali vincitori dello stesso, con il rischio di perdere anche le altre due future annualità, stante le disposizioni di cui all’art. 5 comma 2 Dpcm del 30 settembre 2021.
Dato che la ricaduta positiva di tali iniziative assunte dallo Stato deve essere l’effettiva apertura o l’effettivo avvio di attività economiche (lettera a) lettera b)), o la nuova residenzialità (lettera c), riteniamo che il bando debba essere revocato con urgenza in via di autotutela, per essere riformulato con altrettanta urgenza e riapertura dei termini per la presentazione delle domande, stabilendo quante domande si prevedono di finanziare, quali i criteri certi e trasparenti per essere approvate in graduatoria, quali le tipologie di intervento ammissibili, alla luce delle disposizioni e dei limiti imposti dal DPCM del 30 settembre 2021″.
“Il tutto – conclude la missiva – nell’esclusivo interesse della comunità di San Lucido“.