CETRARO (CS) – Infuria la polemica politica a Cetraro dopo le dimissioni da assessore della consigliera Laura Losardo, perché non intende condividere il nuovo progetto politico opportunista del sindaco Ermanno Cennamo per ottenere nuovamente l’appoggio dei tre consiglieri di Forza Italia: Tommaso Cesareo, Gabriella Luciani e Giovanna Esposito e proseguire così la consiliatura fino alla naturale scadenza.
Una decisione duramente criticata dal sindaco e dai suoi consiglieri di maggioranza, Barbara Falbo, Carmen Martilotta, Carmen Spaccarotella, Franco Lanza e Cristina Forestiero.
In una nota al vetriolo, invece, il coordinatore cittadino della Democrazia Cristiana, Pino Losardo esprime piena solidarietà alla consigliera Laura Losardo.
Per il coordinatore della Dc, l’ex assessore Laura Losardo è «l’esempio di onorevole e sommessa dedizione al bene comune, scevra da condizionamenti e imposizioni di natura politica e personalistica».
E per questo la Dc si dice certa che dai banchi delle minoranze la consigliera Laura Losardo «darà un notevole contributo a combattere l’immoralità di un processo degenerativo delle istituzioni cittadine che sembra, ormai, inarrestabile».
«Essere il primo firmatario di una nota di scherno verso un assessore da poco volontariamente dimessa e consentire ad altri cinque suoi sodali di esprimere pubblicamente giudizi sulla persona e valutazioni di merito riguardo i risultati conseguiti nel corso del suo impegno amministrativo sono la più vile e meschina pusillanimità che un sindaco possa compiere nel corso del suo mandato – attacca il coordinatore Dc Pino Losardo in una nota al vetriolo – Per quasi metà consiliatura l’ha tenuta nella sua compagine amministrativa, in qualità di assessore, non tenendo in alcuna considerazione i suoi supposti limiti intellettivi.
Non si è accorto della sua incapacità nel risolvere problematiche appartenenti alla delega rivestita. Neanche della sua consuetudine a disertare incontri di rilevante importanza strategica per la crescita e lo sviluppo della città verso i quali, si ritiene, non ha mai dedicato la sua attenzione con contributi di risoluzioni rilevanti.
Il sindaco scopre solo oggi queste particolari inclinazioni e attitudini dell’ex assessore Laura Losardo, ritenendo che sia giunto anche per lei il momento di diventare una vittima sacrificale della nuova spartizione di poltrone per il reingresso di Forza Italia in maggioranza, con trattative ormai in stato avanzato e frutto di una esclusiva volontà del capo dell’amministrazione».
Decisione che la stessa Losardo ritiene «apertamente e legittimamente inaccettabile per il forzato coinvolgimento della sua persona nelle solite e vergognose pratiche mercatali a cui il sindaco è avvezzo fin dall’inizio della consiliatura – incalza Losardo – Molto più onorevole ed eticamente corretto, per la stessa ex assessore, pensare all’eventuale interruzione anticipata della consiliatura, con dimissioni di massa da parte dell’intera maggioranza.
Ma il solo accennare a questa eventualità, ed evitare un altro capitolo altamente degenerativo di natura istituzionale, è un peccato di lesa maestà che va inevitabilmente punito con qualsiasi mezzo.
Anche con le fandonie di un documento comune da indirizzare ai cittadini per illudersi di salvaguardare una moralità istituzionale ed una credibilità rappresentativa ormai ridotta ai minimi termini».
Per questo motivo che: «La massima istituzione della nostra città non merita di essere governata con disonorevoli e abiette pratiche diplomatiche, pur di consentire il mantenimento del potere – puntualizza il dirigente locale della Dc – Costi quel che costi in termini di decadenza etica e morale della rappresentanza amministrativa.
A tal punto – prosegue Losardo – non certamente può sorgere alcuno scrupolo nel primo cittadino nel ricorrere al supporto testimoniale di cinque esponenti del suo residuale numero di assessori e consiglieri, per formulare, su un pubblico documento, unanimi giudizi sprezzanti sulla qualità della persona e le capacità amministrative di un assessore con il quale si è condiviso un percorso comune per lungo tempo e che diventa un pericolo da abbattere per agevolare il reingresso di Forza Italia nella compagine amministrativa, dopo un duello rusticano avuto sui media un paio di mesi fa».
Ma ancora di più provoca «stupore e raccapriccio, la consistenza politica di un sindaco, ormai sprovvisto di qualsivoglia capacità di orientamento gestionale, che non riesce neanche ad intravedere sue personali responsabilità nell’aver concesso ad una sprovveduta e incapace assessore di decidere, per la delega rivestita, il destino della città in circa metà consiliatura.
Ma di cosa stiamo parlando? – si chiede Losardo – Dovrebbe essere ormai arcinoto il vezzo di questo sindaco di defenestrare assessori non più utili alla causa della sopravvivenza numerica della coalizione ed il suo innato talento nel costringere alle dimissioni i non allineati al suo frenetico amore per il potere e annessi agi– attacca ancora il coordinatore Dc – In quattro anni di legislatura, si contano ben 6 assessori succedutisi nel governo della città e 8 estromessi, con le provocate dimissioni del presidente del consiglio e il volontario abbandono dell’originario capogruppo di maggioranza, costretta a trovare spazi di libertàintellettiva e di pensiero nelle fila degli indipendenti consiliari.
Fare il bene dei cittadini, per il citato sindaco, è trascorrere il tempo di mandato con il cappello in mano, in cerca di qualche anima santa che, di volta in volta, garantisca la tenuta numerica della maggioranza. Non importa l’appartenenza ideologica da cui può derivare.
E’ sufficiente che sia data piena garanzia della sua fedeltà nel momento del voto – conclude Losardo – nel pieno rispetto dei termini contrattuali con cui si è concluso l’adescamento. E, a tal proposito, è dimostrato che le indennità fanno miracoli nei reclutamenti di eventuali nuovi consiglieri senza pennacchi».
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