Una veduta di Catanzaro

CATANZARO – «In città si organizza la Festa dei Popoli per ribadire che Catanzaro è una città solidale e accogliente, in cui “nessuno è straniero”, eppure c’è chi invece limita tutto alle proprie preferenze musicali. Del resto, da chi ha concepito e sostenuto il decreto Sicurezza che costituisce il provvedimento più illiberale licenziato dalla destra di governo, non poteva che giungere solo la censura più gretta alla scelta di chiudere la Festa dei Popoli con il concerto del 99 Posse». 
E’ quanto denunciano in una nota Azione, Cambiamento, M5S, Pd, Psi e Si.
Ma d’altra parte, «il buongiorno si era visto dal mattino, con quel divieto imposto ai rave dall’esecutivo Meloni, che evidentemente ignora quanta parte positiva abbiano avuto nella storia i raduni musicali e per questo non è in grado di distinguere il singolo reato, che in un evento può anche consumarsi e merita di essere sanzionato, da tutto il resto che reato non è ma è esercizio del diritto di libertà». 
Per fortuna, «chi non è disposto ad accettare i rigurgiti autoritari di Meloni & C., anche quando sono vestiti con i toni ipocritamente soft usati dal coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia, sa bene che i 99 Posse sono un gruppo che ha goduto della stima di registi di fama indiscussa come il premio Oscar Gabriele Salvatores o Antonio Bocola e Paolo Vari, che li hanno scelti come colonna sonora dei loro film».
E non solo, «ma anche dell’apprezzamento di giurie come quella del prestigioso Premio Tenco, che ha ritenuto di conferire più volte ai 99 Posse il riconoscimento nazionale più autorevole tra quelli dedicati alla canzone d’autore italiana».
E, ancora: «Sappiamo che alla destra al governo cultura e libertà di espressione non piacciono perché nella sua, di cultura, allignano la logica del divieto e della repressione esercitata con la scusa della “sicurezza” e dei “sacri confini”».
E dunque «non può certo piacere la coerenza di un gruppo musicale che della libertà, della difesa dei più deboli, dell’accoglienza dell’altro, del rifiuto della guerra e del valore della pace tra i popoli ha fatto la sua cifra distintiva. Per quel che ci riguarda, noi vi aspettiamo alla Festa perché quello che ci interessa è che la città possa ritrovarsi insieme a ragionare sul futuro».
Un futuro che «oggi preoccupa, è ansiogeno, perché rischia di subire l’ipoteca dei venti di guerra che spirano da nord a sud alle porte di casa nostra e che sembrano farsi ogni giorno più impetuosi».
Un futuro che invece «vorremmo di pace e di concordia per i nostri figli e per le generazioni che verranno, dove a cantare non siano le mitraglie ma gli artisti, dove nelle piazze si organizzino feste e non gli ospedali da campo. Sono questi i soli messaggi che si alzeranno dalla Festa dei Popoli sabato 5 dicembre e a lanciarli sarà una Catanzaro  bella, lieta e piena di voglia di vivere in pace, con se stessa e con gli altri».
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