CETRARO (CS) – Il sindaco Ermanno Cennamo – grazie alla “dsponibilità” di Forza Italia – potrebbe decidere di fare un passo indietro e tornare a gestire l’Ente locale, ma la Democrazia Cristiana, sezione di Cetraro non ci sta e chiede al primo cittadino di chiarire la propria posizione.

«Sarà doveroso per il Sindaco, nel caso di una sua partecipazione diretta ai lavori dell’imminente seduta del civico consesso, specificare se la sua sarà solo una presenza occasionale, oppure presupporrà il ritorno definitivo alla piena operatività amministrativa quotidiana, dopo quasi nove mesi di assenza forzata dal Palazzo di Governo», tuona il Partito.

Le precisazioni di Cennamo «saranno indispensabili, ancor più, per valutare il rilievo giuridico che assumerà il suo ruolo nella parte restante della consiliatura, ai sensi dell’art. 141 del Testo Unico  Enti Locali, comma 1, lett. b, il quale recita, chiaramente, che “il non poter assicurare il normale funzionamento degli organi amministrativi a causa di un impedimento permanente del Sindaco, è motivo di scioglimento del Consiglio”».

La ratio della legge è che, «un Comune, non può restare senza la guida “permanente”di un Sindaco, né è consentito, allo stesso, di  trasferire stabilmente le proprie responsabilità istituzionali ai componenti estemporanei del suo Esecutivo».

Intanto, «cresce sempre più, in noi, la preoccupazione dello stato di degenerazione etica e morale in cui sono ridotte le Istituzioni cittadine, assalite da pratiche vergognose di consociativismo politico, realizzato attraverso  operazioni di spregevole e meschina natura mercatale».

Nel senso che: «L’onore e la dignità della nostra Massima Istituzione sono, oggi, completamente compromesse dalle vergognose e spudorate pratiche di inciuceria politica e amministrativa messe in atto, disinvoltamente, da un Sindaco elemosinante, che accetta remissivamente di poter portare a compimento il suo mandato solo grazie allo spirito caritatevole e umanitario del coordinatore provinciale del partito di Forza Italia, che non manca di esaltare pubblicamente la sua magnanimità nel raccomandare il sostegno numerico ai suoi bellicosi consiglieri comunali, per puro spirito cristiano».

Ebbene: «Per quanto ci riguarda, coglieremo tutte le occasioni utili per porre fine a questo epocale scadimento etico dei valori culturali e costituzionali delle nostre istituzioni e ci opporremo fermamente a qualsiasi correlazione ibrida, nel governo della nostra città, tra fattori prettamente ed ipocritamente umanitari e la politica».

Infine: «E’ assolutamente  inaccettabile che il destino politico della nostra città possa dipendere dalla commozione di un coordinatore provinciale di partito e dalla disponibilità di un Sindaco ad accettare la strumentalizzazione della sua malattia per il puro mantenimento in vita della sua carica istituzionale. Solo mettendo fine a questa stagione di abissale decadenza culturale dell’impegno politico, si potrà sperare ad una rigenerazione etica e morale della nostra Massima Istituzione cittadina».