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Calabrese arriva seconda al 28° Concorso nazionale cantastorie “Giovanna Daffini”

La calabrese Francesca Prestia si è aggiudicata il secondo posto al 28° Concorso nazionale cantastorie “Giovanna Daffini” di Motteggiana con il brano “Il partigiano calabrese”

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MOTTEGGIANA (Mn) – La calabrese Francesca Prestia si è aggiudicata il secondo posto al 28° Concorso nazionale cantastorie “Giovanna Daffini” con il brano “Il partigiano calabrese”

Il Comune di Motteggiana, in provincia di Mantova, ha celebrato per il ventottesimo anno la concittadina e celebre cantastorie Giovanna Daffini attraverso il Concorso Nazionale a lei dedicato per testi inediti da cantastorie.

Nella suggestiva cornice di Villa Saviola, sabato 26 ottobre si è svolta la cerimonia di premiazione con una serata dedicata alla musica, alla tradizione e alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale della figura del cantastorie.

La calabrese Francesca Prestia si è aggiudicata il secondo posto con il brano “Il partigiano calabrese”.

La giuria – composta da esperti del settore e presieduta dal vicesindaco di Motteggiana, Massimo Paini – ha deciso di premiare il lavoro di Prestia sottolineando come si tratti di «un incisivo canto di impegno civile, eseguito con grande passione e pari talento».

Unica donna cantastorie in terra di Calabria, Francesca Prestia prosegue il suo impegno nel dare voce alle imprese di uomini e di donne che hanno fatto la storia, storie di vinti e di vincitori, racconti di lotta, resilienza e libertà.

«Sono molto orgogliosa di questo premio – ha dichiarato Francesca Prestia – in modo particolare perché porta il nome di una donna da cui abbiamo tanto da imparare.

Giovanna Daffini rappresenta una impareggiabile icona nel panorama dei cantastorie, una delle più importanti rappresentanti della canzone di lotta sociale proletaria e contadina.

Questo traguardo mi rende ancora più determinata nel portare avanti i miei progetti musicali, continuando a dare voce anche alla regione Calabria, alle storie che appartengono alla nostra comunità e all’eredità storico-artistica di cui, da calabresi, dovremmo andare sempre fieri».