La sede del Comune di Paola

PAOLA (cs) – «Nonostante negli ultimi mesi si sia provata ad offrire ai cittadini la narrazione di Paola come locus amenus del turismo, con una rete efficiente di servizi, un mare limpido da bere e una serie di cantieri che proietteranno la città verso il futuro, la situazione reale era e resta ben diversa».
E’ quanto denunciano i componenti del Comitato Liberazione Popolare, Colpo.
La città «vive quotidianamente una serie di contraddizioni e soprattutto è a secco, senz’acqua e non solo d’estate».
Partendo «da Fosse, San Salvatore e dalla storica Paola Alta, passando per Via Nazionale, fino a Sant’Agata, i quartieri sono costantemente senz’acqua. L’emergenza idrica non è imputabile all’attuale amministrazione, o quantomeno non lo è esclusivamente, infatti in questi anni opposizione e maggioranza, con diversi colori, facce più o meno costanti e sedute in banchi diversi, si sono succedute ad amministrare la cosa pubblica, condividendo responsabilità di una disastrosa gestione, che non pare volgere ad una conclusione. Tutto cambia affinché nulla cambi».
Ebbene «a nostro parere l’amministrazione comunale, così come le precedenti non sono state in grado di fronteggiare al meglio “l’emergenza”. Il silenzio di questi mesi e la condizione emergenziale che perdura anche oggi, ci hanno spinto a chiedere tramite un Acceso Civico Generalizzato delle risposte a una serie di domande».
Ovvero «quanti sono stati e quanto sono costati tutti gli interventi di riparazione “straordinari” verificatisi questa estate? Quanti serbatoi comunali sono ad oggi fruibili come tali e in che condizioni versano? L’acqua che entra nelle nostre case è potabile? E a quando risalgono le ultime analisi di potabilità?».
Sono passati «ormai 13 anni dallo storico referendum sulla gestione pubblica dell’acqua, ma il risultato è rimasto inascoltato e la volontà popolare è stata boicottata da tutti i governi che si sono succeduti. Nel caso specifico del comune di Paola in questi 13 anni la gestione idrica è stata affidata prima ad una azienda, la Lao Pools s.r.l., che è stata interessata da interdittiva antimafia, successivamente il servizio è stato assegnato con affidamenti diretti, all’azienda Ecotec s.r.l., che ha riscosso e continua a riscuotere cifre da capogiro, circa 90 mila euro al mese».
Tutto ciò «è sempre stato giustificato dalla necessità di garantire un servizio in emergenza. Ma può un’emergenza durare oltre 10 anni? Privatizzare l’acqua, utilizzando la scusa dei bilanci precari e le reti colabrodo è una scelta politica ed equivale a privarci di un diritto che è fondamentale e inalienabile. Equivale a non rispettare la volontà dei cittadini».
Mentre «i bilanci della Sorical sono in crescita, nella nostra città e in tanti altri comuni calabresi, l’acqua è l’oro azzurro che non tutti possono avere, ma per la Shell dell’acqua la colpa di questa assenza è da attribuire ai cittadini spreconi. La stessa Sorical fa scuola di mistificazione agli amministratori dei comuni, come confermato dall’ordinanza sindacale n.33 del 28/06/2024 dove si chiedeva ai cittadini di non sprecare acqua, ribadita dal sindaco anche nei consigli comunali estivi».
E, ancora: «La nostra proposta per la città è di avviare finalmente un percorso che consenta all’Amministrazione comunale la municipalizzazione della gestione dell’acqua. Fino a quando la lasceremo nelle mani dei privati, ci ritroveremo costantemente senza acqua in casa, con costi esorbitanti e in continua emergenza».
Inoltre «ci uniamo alla richiesta avanzata dalla minoranza comunale, che da ormai mesi chiede a più riprese la convocazione di un consiglio comunale che abbia come tema principale la gestione della rete idrica. Riteniamo grave che, a distanza di oltre tre mesi dalla richiesta (avanzata in data 22 luglio 2024), la giunta non abbia ancora trattato la questione idrica in sede di consiglio comunale».
Va considerato che «l’art.25 del regolamento del consiglio comunale del Comune di Paola prevede infatti che il segretario “è tenuto a riunire il consiglio comunale” entro 20 giorni dalla richiesta se essa è firmata da “almeno 1/5 dei consiglieri, inserendo all’ordine del giorno gli argomenti dagli stessi richiesti”.
Ancora più grave è il fatto che «l’esposto al prefetto (in data 14 agosto 2024) non abbia sortito alcun effetto. I cittadini richiedono e meritano rispetto, attenzione, servizi adeguati e una città che garantisca una vita dignitosa e il rispetto dei diritti fondamentali».
In merito alla fondamentale questione idrica, «non possiamo “accontentarci” di ciò che è accaduto nell’ultimo consiglio comunale del 12 agosto 2024, dove è stata inserita a sorpresa (e all’insaputa di cittadini e consiglieri di minoranza) la relazione dell’assessore di competenza sulla situazione idrica. Il fatto è una prova evidente di una preoccupante superficialità della giunta riguardo una problematica seria e dannosa per tutta la comunità».
Ecco perché «chiediamo che venga data finalmente voce ai cittadini che hanno patito e patiscono ancora l’assenza di acqua. Uno spazio in cui vengano proposte delle alternative concrete alla gestione privata e scellerata del bene pubblico più importante».
Infine: «Non vogliamo abituarci a vivere in emergenza (che si è fatta prassi consolidata), chiediamo al Sindaco e alla Giunta di prendere seriamente le redini della questione che affligge la cittadinanza da anni, per tentare una risoluzione concreta, prendendo laddove richiesto anche decisioni che si pongano come cesura con il passato, e quindi con le gestioni che si sono susseguite».
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