PAOLA (Cs) – Ci risiamo, tutto torna a questa estate nel comune di Paola, quando nel popoloso rione Sant’Agata l’acqua veniva garantita solo a chi abitava ai piani bassi dei palazzi, tutti gli altri per lavarsi, cucinare, e pulire dovevano aspettare la mezzanotte.

A denunciarlo a Calabria inchieste è una residente che più volte a denunciato l’accaduto agli amministratori locali senza ricevere, ancora, alcuna risposta o rassicurazione.

«Sto monitorando la situazione acqua da sette giorni: il primo giorno pensavo ad una rottura; il secondo saranno li per ripararlo; il terzo ci siamo, nonostante mi accorgessi che comunque l’acqua la sera dopo le undici e mezza, iniziava ad arrivare per avere la sua potenza verso mezzanotte; stamattina, a distanza di sette giorni, dico ma voi pensate davvero che Paola sia un paese di balocchi?».

Nel senso che «l’acqua è un bene primario e solo perché si abita in un palazzo, dal quarto piano in su non è detto che non debba essere garantita. Abbiamo passato un’estate che è stata un delirio: tutti i giorni senza acqua. Siamo a novembre e si ripresenta la stessa situazione, acqua con ridotta potenza tutto il giorno e quindi nulla dal quarto piano in poi».

In questi giorni, «nelle case dei paolani (e quindi presto anche nella mia) stanno arrivando le bollette “salate” per il servizio idrico, mi auguro che il nostro amato sindaco abbia tenuto conto dei disagi arrecati a tutti coloro i quali da questa estate ricevono il servizio “ridotto” e che la stessa “riduzione” sia stata riportata nelle somme da pagare. Non si può certamente fare distinzione tra cittadini solo nell’erogazione dei servizi primari».

Ad ogni modo, «resto in attesa di notizie da parte della nostra amministrazione comunale, e comunque ricordatevi che l’acqua è un bene primario».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it