CETRARO (CS) – «Una mozione consiliare di sfiducia al sindaco per l’immediata fine di una consiliatura, improvvida e sciagurata. La parola torni agli elettori». Proposta della Democrazia Cristiana per superare la grave crisi amministrativa.
Una maggioranza che non ha più i numeri per governare e un sindaco assente dalla città di Cetraro da quasi un anno per gravi motivi di salute. Da questi presupposti, per laDemocrazia Cristiana sarebbe naturale «una immediata presa di coscienza civica ed elevatezza istituzionale da parte del sindaco, con la presentazione di nuove dimissioni al Protocollo comunale».
«E’ ormai ricorrente il dissolvimento delle sue estemporanee maggioranze in sede di consiglio comunale – ricorda nella nota il commissario DC Pino Losardo – Non è pensabile, che un nuovo afflato emotivo e l’opera taumaturgica dello spirito caritatevole di altri partiti possano, in futuro, rigenerare numericamente una maggioranza ormai ridotta all’osso per la fuga definitiva di ben sette suoi componenti.
Qualsiasi altro sindaco non perderebbe un solo attimo nel presentare le sue dimissioni, al fine di onorare il ruolo rivestito e non rendersi unico ed inequivocabile responsabile – accusa Losardo – del sabotaggio aperto e subdolo della solennità delle istituzioni democratiche presenti nella nostra città.
Sarebbe, ancor più, un atto inqualificabile e indegno, da parte sua pensare ad una eventuale riproposizione del rituale interventistico di potentati politici esterni, con la loro interessata abilità di convincimento a soccorsi numerici locali, di natura consiliare.
Non crediamo, altresì, che si voglia continuare a sfidare il controllo degli organi ministeriali, contando sulla loro eventuale condotta omissiva e commissiva, così come già avvenuto, a proposito del mancato rispetto dei termini di legge riguardanti l’approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente equilibrato.
Per il bene supremo della nostra città, occorrerebbe, oggi, ridare al più presto la parola agli elettori – insiste il commissario DC – ponendo immediata fine ad una consiliatura, improvvida e sciagurata.
La via più breve, tuttavia, sarebbe quella di una mozione di sfiducia, votata dalla nuova minoranza, che potrebbe dimostrare, alla nostra comunità, una presa di coscienza istituzionale alquanto superiore a quella del sindaco e della sua residuale maggioranza. La rappresentante consiliare della Democrazia Cristiana ne sarebbe la prima firmataria».
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