Il tribunale di Bologna

BOLOGNA – La corte d’Appello ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per il 21enne Alessandro Leon Asoli. Davanti ai giudici, il giovane – che fino a questo momento si è sempre professato innocente – ha chiesto il perdono del genitore: «Oggi voglio dire la verità. Sono stato io ad aver fatto quello di cui mi accusano. Mi dispiace parlare solo ora, non l’ho fatto prima perché avevo paura. Voglio assumermi le mie responsabilità e chiedere scusa alle persone a cui ho fatto del male. Spero che mia madre possa perdonarmi e di poter avere una seconda possibilità».

Il reo confesso ha poi manifestato la volontà di intraprendere un percorso di riabilitazone psicologica in carcere, in segno di ammissione di colpevolezza. Il difensore del giovane ha presentato appello alla procura di Bologna probabilmente con l’intento di far rivalutare la posizione del proprio assistito a rischio ergastolo.

Il delitto, lo ricordiamo, è stato consumato alle 22 di un giovedì, nell’aprile 2021. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il ragazzo insiste per la cena al patrigno e alla madre: un piatto di penne al salmone a cui viene aggiunto il nitrito di sodio.

Appena finito di cenare, Grimaldi si sente male e si stende sul divano. A quel punto, il ragazzo avrebbe inscenato una crisi di nervi: «Ecco, io non sono capace neppure di preparare la cena, hai ragione a dirmi che sono un fallito», urla lui.

Poi chiede alla mamma di raggiungerlo nella sua stanza per aiutarlo a calmarsi. «Aveva acceso lo stereo ad alto volume, per non sentire i lamenti di dolore di Loreno», racconterà poi la donna agli inquirenti.

«Mi abbracciava, mi diceva “resta qui”. Mi sembrava strano da lui questo atteggiamento così tanto affettuoso e quando gli ho detto che sarei andata a vedere come stava Loreno di là, allora è scattato. Mi è saltato al collo, tentando di soffocarmi, urlando ‘neanche il veleno ti ammazza!’». La donna è stata salvata dall’intervento di Carabinieri e 118, allertati dai vicini di casa. Mentre Loreno Grimaldi, 56 anni, è morto  sdraiato su un divano a Ceretolo a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, in preda a lancinanti dolori allo stomaco. Alessandro Leon Asoli è stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per l’omicidio premeditato del patrigno e il tentato omicidio della madre, Monica Marchioni. Per due anni Asoli si è dichiarato innocente, mentre la difesa del giovane tentava di convincere i giudici che in realtà era stata la madre del ragazzo a uccidere il compagno, colpita da una crisi depressiva. Ma l’ipotesi era stata respinta dai togati.