Home Cronache La Cassazione ha messo la parola fine al sequestro di prevenzione a...

La Cassazione ha messo la parola fine al sequestro di prevenzione a danno dei fratelli Perri

La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso che la procura generale di Catanzaro

51
0
Un processo in Cassazione

LAMEZIA TERME (Cz) – Nella serata del 12 novembre, la sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso che la procura generale di Catanzaro aveva proposto contro il decreto della Corte di Appello che nel 2024 aveva confermato la revoca del sequestro misure di prevenzione elevato nei confronti di Pasqualino, Francesco e Marcello Perri.

Finisce così, almeno sotto il profilo patrimoniale, l’odissea dei fratelli Perri e di Francesco Perri in particolare.

Quest’ultimo, finito in carcere nel 2016 dopo le accuse dei pentiti lametini Governa e Pulice in primis, e poi accusato di corruzione nel 2020 dal pentito Francesco Saraco e dal pentito Emilio Santoro, che hanno ipotizzato un “sistema Catanzaro” rilevatosi anch’esso infondato, ha dimostrato nei vari gradi di giudizio l’assoluta legittimità del proprio patrimonio.

Il gruppo Perri è stato fondato nel 1961 a Lamezia Terme grazie all’intuito dei coniugi Antonio Perri e Gatto Adelina, precursori della grande distribuzione in Calabria, raggiungendo traguardi di assoluta rilevanza non solo in termini di fatturato ma anche di livelli occupazionali (circa 5.000 dipendenti assunti nel corso del tempo).

Il resto della storia è noto.

Antonio Perri è stato trucidato dalla ‘ndrangheta lametina nel 2003 a seguito del suo rifiuto di cedere alle estorsioni subite.

I pentiti hanno fatto il resto.

Oggi numerose società del gruppo sono in liquidazione, giudiziale o volontaria. Resiste il Centro commerciale due mari ed il supermercato all’interno di esso, ceduto in affitto dagli amministratori giudiziari ed oggi gestito sotto marchio Conad.