SAN MARCO ARGENTANO (CS) – Dal 18 al 28 novembre 2024, monsignor Stefano Rega, vescovo della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, sarà in missione pastorale in Benin, accompagnato da una delegazione.

La visita è incentrata sul sostegno e sulla collaborazione con l’Ospedale di Dangbo, una realtà che da quarant’anni riceve il supporto concreto della Diocesi. L’iniziativa, nata grazie all’invito del dott. Carlo Costarella e accolta con entusiasmo dal
vescovo mons. Augusto Lauro, ha visto negli anni il contributo attivo dei successivi vescovi mons. Domenico Crusco e mons. Leonardo Bonanno, oltre all’impegno costante di Caritas e dell’Associazione San Benedetto di Cetraro presieduta da don Ennio Stamile.

Durante la visita, Mons. Rega incontrerà il Vescovo della Diocesi di Porto Novo, il personale sanitario, i volontari e gli operatori dell’ospedale, per testimoniare la vicinanza spirituale e concreta della Chiesa. La missione pastorale vuole essere un segno di speranza e di impegno, ispirando nuove iniziative di solidarietà e favorendo uno scambio missionario tra la Diocesi di San Marco Argentano – Scalea e la comunità cristiana del Benin.

Mons. Rega ringrazia i fedeli della Diocesi per il sostegno economico annuale, raccolto durante l’Avvento e la Quaresima che permette di mantenere viva questa importante opera di carità. Inoltre sottolinea l’importanza della preghiera affinché questa missione rafforzi i legami di fraternità universale e invita tutti i fedeli a unirsi spiritualmente a questa iniziativa, segno tangibile dell’amore di Dio per i più poveri.

Il rientro è previsto per il 28 novembre. Mons. Rega condividerà con la
comunità diocesana i frutti di questa esperienza pastorale e le prospettive future.

«La mia visita – ha scritto don Stefano Rega – sarà anzitutto motivata da un caloroso e vivo desiderio di esprimere la gratitudine al Signore per i miei amati predecessori, ai quali non è mancato lo zelo pastorale e la premura di solidificare la relazione che si è creata da anni con i Vescovi di Porto Novo e con gli operatori sanitari e i volontari che prestano il loro servizio nell’Ospedale di Dangbo. A cuore aperto vorrei dire grazie all’indimenticabile Mons. Augusto Lauro per aver accolto con lungimiranza profetica il desiderio del Dott. Carlo Costarella nel lontano 1991 di donare al Benin un presidio ospedaliero che fosse all’avanguardia».

Un lontano miraggio che si è realizzato «il 1° ottobre del 1994, quando, il Presule cosentino si è recato di persona e insieme al Vescovo del luogo Mons. Vincent Mensah, ha celebrato la Santa Messa di ringraziamento con la benedizione del nascituro padiglione sanitario. Il mio cordiale ringraziamento è esteso a Mons. Domenico Crusco e a Mons. Leonardo Bonanno: entrambi non hanno mai fatto mancare il loro supporto economico e pastorale per sostenere la vitalità dell’Ospedale».

Questi si identifica come «un Paradiso di sollievo e una fucina di speranza in un deserto di povertà e di degrado umano e sociale. Proprio in quel luogo angusto, martoriato da malattie e da frequenti tumulti civili, il Signore ha voluto che sbocciasse una sorgente di acqua limpida che irrora vita e infonde nel cuore degli abitanti la speranza del domani. Sì, la speranza del domani! Le testimonianze dei sacerdoti della nostra Diocesi impegnati in missione in Benin sono caratterizzate da questo luogo comune: gli abitanti di Dangbo non hanno la certezza del futuro e vivono l’oggi in attesa del domani».

Il sostegno economico «che la nostra Diocesi reca annualmente in Avvento e Quaresima è un monito costante che interpella le nostre coscienze perché il nostro piccolo e indispensabile contributo generi la speranza del “domani” nella vita dei pazienti. Mi vengono in mente le parole che Paolo reca ai fratelli della comunità di Corinto, a proposito del valore della colletta per i poveri di Gerusalemme: “Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno” (2Cor 8,14-15)».

Ai medici, al personale sanitario e a tutti i volontari, «a don Ennio Stamile con la sua associazione, il mio ringraziamento e il sostegno della preghiera, perché possiate continuare a vivere tale missione come una vocazione speciale a cui Dio vi ha chiamati.
Vorrei che dalla visita nell’Ospedale del Benin, provvidenzialmente giunto al quarantesimo dalla sua nascita, nascano nuove iniziative caritative e si dispieghino nuovi propositi missionari. Vorrei favorire un mutuo scambio di servizio: i sacerdoti del Benin si sentano attratti dal vivere la loro vocazione nel territorio della nostra Diocesi, e viceversa, i nostri sacerdoti sentano il desiderio di trascorrere un tempo di servizio in terra d’Africa».

Così anche «per i nostri cari seminaristi, affinché rinsaldino il senso dell’universalità della Chiesa e siano abitati dall’unico desiderio di servire l’uomo, in particolare i poveri e i sofferenti, dove imparare a maturare con convinzione e serietà la vocazione sacerdotale. Nel mio cuore porterò le intenzioni di preghiera dell’intera comunità diocesana. Tale visita sia un tempo in cui poter accogliere l’abbondanza delle benedizioni che il Signore elargirà a piene mani sui malati e i poveri di Dangbo e nei nostri cuori cresca la certezza di voler mettere in pratica il Vangelo delle Beatitudini».

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