CATANZARO – Un rapporto inscindibile tra arte e scienza, capace di affascinare ed incuriosire, mettendo in evidenza l’origine evolutiva del senso estetico.
A catturare l’attenzione dell’attenta platea nella sala conferenze della Camera di Commercio di Catanzaro è stato il professor Michele De Simone, protagonista dell’evento organizzato dal Lions Club Catanzaro Host, presieduto da Pietro Maglio, con il patrocinio della Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo, guidata da Pietro Falbo.
Nel corso del seminario – che si è svolto sabato 23 novembre – dal titolo “Scienza e Medicina nell’Arte: Iconodiagnostica”, il professor De Simone, docente dell’Università dell’Aquila, ha illustrato il legame tra arte e medicina nell’Ottocento e l’importanza della cura medica attraverso il supporto dell’arte.
Le patologie dei soggetti evidenziate nei dipinti fungono da base per la diagnosi (da cui il termine iconodiagnostica), offrendo anche spunti per l’analisi di alcune patologie mentali.
«Si tratta di un campo che negli ultimi anni ha guadagnato attenzione nelle università, con seminari specifici per gli studenti di medicina, invitati a sviluppare un approccio diagnostico visivo, osservando le patologie raffigurate nei dipinti», ha spiegato De Simone.
«Questa disciplina aiuta gli studenti a perfezionare le proprie capacità diagnostiche, utilizzando le opere d’arte come strumenti per la comprensione delle malattie del passato», ha aggiunto.
Il convegno ha esplorato anche il legame tra arte e medicina nel XIX secolo, un periodo in cui la scienza cominciò a avvalersi delle rappresentazioni artistiche per comprendere meglio le patologie e le tecniche mediche. Le opere d’arte raccontano non solo la storia dell’umanità e della bellezza, ma anche quella delle malattie e delle tecniche terapeutiche dell’epoca.
Durante la sua presentazione, il professor De Simone ha portato esempi concreti di patologie visibili in alcune delle opere più celebri della storia dell’arte. Ha analizzato, ad esempio, il caso della Gioconda, oggetto di numerosi studi per indagare il possibile stato di salute della donna ritratta.
Altri esempi emblematici includono il rachitismo primitivo nell’“Amorino” di Caravaggio, la patologia mammaria della figura di Bezzabea dipinta da Rembrandt, e il carcinoma della mammella che si ritiene fosse presente nella modella Luthi, immortalata da un pittore dell’epoca.
L’evento del Lions Club Catanzaro Host ha rappresentato una straordinaria opportunità di approfondimento non solo per gli appassionati di arte, ma anche per i professionisti del settore medico e scientifico.
Il convegno ha offerto una prospettiva nuova e stimolante, sottolineando l’importanza di un approccio interdisciplinare che arricchisce sia la medicina che la storia dell’arte, aprendo nuove porte alla comprensione del passato attraverso l’analisi delle malattie visibili nei capolavori artistici.