PAOLA (Cs) – «Il fatto non sussiste». E’ con un’assoluzione piena che il giudice penale del tribunale di Paola, Roberta Carotenuto, ha messo la parola fine all’ultimo filone del processo che vedeva imputati i Gallo-Romanò, famiglia di gioiellieri di Paola accusata, in questo ultimo filone, della ricettazione di 609 tra gioielli e oreficeria rinvenuti nella cassaforte della propria attività di Paola e riconducibili, tra l’altro – secondo le accuse – a furti in abitazioni di professionisti di Paola.
Emilia Gallo, il marito ex carabiniere Giuseppe Romanò e la figlia Sabrina, difesi dagli avvocati Giuseppe Bruno, Domenico De Rosa e Libero Borsani, erano tutti accusati in concordo d’aver ricevuto una ingente quantità di gioielli e oro usato di provenienza delittuosa in relazione ai quali non erano in grado di giustificarne il possesso.
Tre famiglie di Paola – tra le altre – hanno riconosciuto il proprio oro tra quello sequestrato nella cassaforte dei Gallo-Romanò per circa 28mila euro.
All’esito del processo di primo grado, tuttavia, l’assoluzione è giunta con formula piena. I tre gioiellieri sono estranei. Gioielli restituiti ai Gallo-Romanò.
Emilia Gallo si è così espressa al termine del dibattimento: «Sono felicissima perché era l’ultimo procedimento penale di un lungo calvario che ci ha visti sempre assolti e dopo che è stata anche eliminata la misura di prevenzione patrimoniale con la restituzione di tutto il patrimonio che con anni di lavoro e sacrifici abbiamo costruito.
Ringrazio i miei avvocati Giuseppe Bruno e Mimmo De Rosa, nonché Libero Borsani, difensore delle mie figlie, che non hanno risparmiato energie nella mia difesa. Oggi posso dire di essere finalmente libera e con me tutta la mia famiglia».